L’alpinista di Mirano tradita dal ghiaccio
La montagna era la sua passione. Elisa Nalesso era istruttrice di sezione, la prossima settimana avrebbe dovuto sostenere un esame per esserlo anche a livello regionale. Per questo sabato era sulle vette in Alta Valfurva in provincia di Sondrio, in Lombardia, per allenarsi e conoscere meglio la zona.
Invece ha trovato la morte, a 54 anni. Con lei c’erano Dario De Rossi, un istruttore esperto, che ha cercato di salvarle la vita, e un “allievo” Marco Padoan, di 57.
Il trio è del Club alpino italiano (Cai) di Mirano e la donna era stata pure componente del direttivo della stessa sezione, intitolata ad Alberto Azzolini. Impiegata, sposata e mamma di Elena, 24 anni, e Marco, di 22, queste uscite erano la normalità.
«Elisa è sempre stata cauta e prudente», la ricorda il presidente Stefano Marchiori, «e accompagnava pure i ragazzi nelle varie escursioni. Stiamo cercando di capire cosa sia successo».
Un po’ alla volta, stanno arrivando dei nuovi dettagli sulla tragedia dell’altro ieri; si sa che i tre erano sulla parete Nord del San Matteo, in un pendio al 60 per cento. Dopo aver pernottato al rifugio Forni di Santa Caterina (Sondrio) a 2.178 metri, si sono incamminati alle 3.45 con altri quattro sci alpinisti, anche loro veneti, tutti esperti, ben attrezzati e affiliati Cai. La giornata era considerata buona per fare un’ascensione. Il gruppo dei quattro si è mosso più velocemente del terzetto e ha guadagnato circa un’ora e mezza rispetto a Nalesso, De Rossi e Padoan. La cima era molto vicina, soltato poche decine di metri.
De Rossi è stato il primo della cordata per quasi tutto il tragitto, Nalesso ha chiesto di avanzarlo nell’ultimo tratto. Mancava poco a mezzogiorno. Nel canaletto c’era della neve che si è mossa e la donna, per evitarla, si è spostata, scivolando.
Il ghiaccio le ha fatto prendere velocità. In quel momento era assicurata agli altri due compagni e, solo grazie a una fatalità, non sono precipitati. A peggiorare la situazione, una corda si è attorcigliata attorno a una gamba della donna che è finita a testa all’ingiù. De Rossi ha cercato di afferrarla ma ha rischiato di cadere; nel tentativo di prendere la 54enne, si è fratturato delle costole e da un colpo rimediato ha subito uno sversamento di sangue alla testa.
In quel punto, i telefonini non riuscivano a prendere e non si è potuto chiedere aiuto ai soccorsi. I due uomini hanno recuperato la donna, che dava ancora segni di vita e, nonostante le condizioni fisiche, De Rossi è sceso di 2 mila metri in un paio d’ore per lanciare l’allarme, raggiungendo il rifugio Forni. Nel frattempo la donna è spirata: fatale potrebbe essere stata la corda attorcigliata e la rottura di un’arteria femorale. Quando sul posto è giunto l’elicottero, era trascorso parecchio tempo dal momento dell’incidente; prima ha fatto un giro di ricognizione e poi ha imbarcato alcuni volontari del Soccorso alpino, mentre altri si sono mossi a piedi dal rifugio Forni. Con loro, c’erano pure gli uomini della Guardia di finanza, che stanno mettendo insieme tutti gli elementi per capire quanto successo.
Tutta l’attrezzatura è stata messa sotto sequestro. De Rossi e Padoan sono finiti all’ospedale Morelli di Sondalo (Sondrio) ma non corrono pericolo di vita. —
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