L'albero di Natale in vetro? A Ferrara non lo vogliono

L'opera d'arte del maestro vetraio muranese Simone Cenedese era stata osannata in laguna ma in terraferma viene "bocciata". Una straordinaria opera d'ingegneria che assembla 4 tonnellate di vetro soffiato
L'albero in piazza a Ferrara
L'albero in piazza a Ferrara

FERRARA. L'accensione è in programma sabato 5 dicembre, ma l'allestimento dell'albero di Natale che campeggia davanti al Duomo di Ferrara ha già suscitato forti perplessità e critiche.
Può piacere o meno, ma l’albero di Natale in vetro continua a far parlare di se. In città è uno degli argomenti più dibattuti e i più critici hanno bocciato la novità ancora prima di vederlo illuminato e rimpianto il tradizionale abete verde con palline e luci. Eppure, l’albero in vetro è già stato esposto a Murano, Venezia e Lucca senza suscitare tutte queste reazioni negative.
«La prima volta lo esponemmo a Murano nel 2006 – dice Simone Cenedese, il maestro vetraio che lo ha ideato -,da allora non è più cambiato. L’albero è composto da 900 metri di tubi di vetro soffiati a bocca e completamente fatto a mano dalla nostra vetreria di famiglia; la nostra azienda ha più di 50 anni ed è stata fondata da mio padre».
Un albero da record che attrae sempre molta curiosità. «Fu una mia idea per il comune di Venezia che voleva qualcosa di nuovo. È nel guinness dei primati come l’albero di vetro più grande del mondo, alto poco meno di nove metri».
La ‘piazza’ ferrarese pare averlo bocciato, ma voi maestri vetrai non vi scomponete.
“È comprensibile, quando ci si mette in gioco bisogna tener conto che qualcuno possa non essere d’accordo. A Murano e Venezia solo applausi, ma era facile, si giocava in casa, l’albero di vetro soffiato era visto in un’altra ottica. Nemmeno a Lucca, in piazza Anfiteatro, aveva suscitato pareri negativi, nonostante si trovasse in un luogo legato alla tradizione. Forse, perché non c’erano i social network e nessuno poteva mettere in piazza il proprio dissenso. Ma anche oggi le critiche non ci toccano, anzi ci divertiamo a sentire i commenti ingegnosi; poi dipende sempre da dove nascono le critiche, da chi ed in che ambito. Non ha senso offendersi per queste cose, noi non siamo permalosi. Poi, mica lo chiamo opera d’arte, per me è un oggetto in vetro, come gli altri, punto e basta. L’albero può piacere o meno, ma la cosa non ci tocca. Anzi, se piacesse a tutti sarebbe strano. Aspettate di vederlo illuminato, sarà uno spettacolo, ma capisco che il mio sia un commento di parte».
Nelle sue prime tre esposizioni, erano arrivati solo commenti favorevoli.
«Basti pensare che nel 2006 ho ricevuto tante telefonate da testate nazionali e quando eravamo in fase di montaggio perfino il Tg4 venne a Murano per fare un servizio».
C’è sempre il rischio che qualcuno possa danneggiarlo.
«Viene sorvegliato dalle telecamere per paura di atti di vandalismo, ma finora non è mai stato toccato. Anzi, è rimasto identico in tutti questi anni, grazi anche all’opera di ingegneria che c’è alle spalle. D’altronde, non è semplice assemblare 4 tonnellate di vetro».
Albero senza prezzo, ma che ha molti estimatori.
«E’ in vendita come tutti gli oggetti di vetro, ma non mi piace parlare di soldi. Offerte ne ho ricevute, ma per ora non è in vendita. Invece, adesso a Murano abbiamo esposto la stella cometa in vetro soffiato; Fly Emirates l’ha fotografata per metterla sulla tessera dei suoi soci per un anno».

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