L’addio a Veneto City: «È stata sconfitta la speculazione»

Il sindaco di Dolo, Franceschi (Confesercenti), Pd e M5S: «Il progetto avrebbe sconfitto il commercio e sfigurato il territorio»
Il messaggio è pronto per l'invio con i seguenti file o collegamenti allegati: MVC_P_I3D_110525_DEF_2.jpg Nota: per proteggere il computer dai virus, le applicazioni di posta elettronica impediscono l'invio o la ricezione di alcuni tipi di allegati. Per determinare la modalità di gestione degli allegati, controllare le impostazioni di protezione della posta elettronica. - Una ricostruzione al computer di come potrebbe diventare l'area di Veneto City tra Dolo e Pianiga
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DOLO. Si chiude l’era di Veneto City. Sul progetto vecchio di oltre 15 anni previsto fra i Comuni di Dolo e Pianiga cala definitivamente il sipario. Si trattava di un contenitore da 700 mila metri quadrati e 1,7 milioni di metri cubi destinato a ospitare grandi sedi direzionali, poli espositivi, forse l’Università. Era prevista una city green, 51 ettari, con parcheggi per 37 mila auto. Si stimava che l’operazione avrebbe portato 14 mila nuovi posti di lavoro.

L’epilogo è arrivato quando in questi giorni il Comune di Dolo ha chiesto alla nuova società nata dalle ceneri della Veneto City SpA se fossero ancora intenzionati a costruire: la società ha spiegato che «è venuto meno l’interesse». Il progetto era previsto a ridosso degli snodi autostradali (A4 e Passante), fra Roncoduro e Arino di Dolo, ed era stato contestato negli anni da categorie commerciali, Comuni e associazioni ambientaliste.

La cancellazione definitiva è vissuta come una vittoria del territorio. Chiaro sul risultato ottenuto il sindaco di Dolo Alberto Polo: «Abbiamo lavorato a fari spenti per far decadere l’accordo di programma prima della sua scadenza naturale prevista per febbraio 2022. Un risultato estremamente importante che libera il nostro territorio dalla previsione di una città virtuale che avrebbe fatto morire i nostri centri in termini ambientali, sociali ed economici. Ora lavoriamo per la realizzazione di un casello autostradale della Riviera visto che dopo la chiusura di Roncoduro il nostro territorio ne è sprovvisto»

. Per Maurizio Franceschi, direttore di Confesercenti Metropolitana di Venezia e Rovigo, da sempre contraria all’operazione “Veneto City, «è un’iniziativa speculativa nata già vecchia perché è null’altro che la copia in grande di quanto già presente, in abbondanza, nel triangolo tra Venezia Padova e Rovigo. Si usavano frasi roboanti per giustificare l’ennesimo consumo di suolo.

Veneto City avrebbe ucciso il commercio, quello vivo, di vicinato, nei nostri centri urbani e che, proprio in questo lunga fase di emergenza sanitaria, ha dimostrato invece capacità e forza di essere un servizio essenziale per i cittadini». Per Mattia Donadel (Opzione Zero) «Veneto City avrebbe sfigurato il territorio. È stata sconfitta la pianificazione basata sulla speculazione. Bene la decisione dell’amministrazione dolese, ma si poteva fare prima». Commenti positivi anche dai consiglieri regionali Francesca Zottis, Bruno Pigozzo (Pd) ed Erika Baldin (M5S). —


 

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