La Torre dell’Arsenale ritrova il suo orologio

Grazie ad un’accurata e paziente attività di manutenzione, dopo circa due decenni di inattività, i tanti Veneziani e gli innumerevoli turisti che ogni giorni passano dal Campo dell’Arsenale potranno...

Grazie ad un’accurata e paziente attività di manutenzione, dopo circa due decenni di inattività, i tanti Veneziani e gli innumerevoli turisti che ogni giorni passano dal Campo dell’Arsenale potranno tornare a regolare i loro orologi con la Torre dell’Arsenale, forse recuperando un’antica tradizione.

Le magnifiche Torri dell’Arsenale di Venezia, infatti, sono tra i monumenti più ammirati e fotografati in assoluto nella meravigliosa città lagunare. Unico elemento “fuori orario” potevano essere quelle lancette, ferme ormai da troppo tempo.

D’altra parte, il meccanismo dell’orologio risultava bisognevole di mani veramente esperte e di una professionalità sempre più rara, nell’epoca del digitale: si tratta infatti di un orologio con meccanismo a pendolo e scappamento ad ancora, di fattura probabilmente tedesca, risalente alla prima metà del 700.

Grazie alla caparbietà del Comando di Maristudi, però, è stato rintracciato Marco Valentincic, l’ultimo specialista che, all’inizio degli anni ’90, allora dipendente dal Comando Marina di Venezia – ora presso la Capitaneria di Porto di Fiumicino – si occupava della manutenzione del complesso meccanismo.

Lo scappamento, infatti, è un sistema meccanico che negli orologi a pendolo e a bilanciere traduce il movimento oscillatorio in rotazione di un ingranaggio.

Quello ad ancora è in realtà un miglioramento del sistema originale a corona, già noto dal XIII secolo, sviluppato da Robert Hooke, che inventò un sistema più affidabile rispetto al precedente, con ingranaggi più leggeri, economici e durevoli. Le torri della Porta di Terra dell’Arsenale oggi visibili sono risalenti al 1686 quando il varco venne allargato per il passaggio di navi di cresciute dimension

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