«La terra e la vita evoluti insieme ecco come l’Europa ha puntato su di me»

CHIOGGIA
È chioggiotto il giovane microbiologo che si è aggiudicato il prestigioso finanziamento della Commissione europea della ricerca “Erc starting grant” con un progetto che studia la coevoluzione del pianeta e dell’uomo.
Donato Giovannelli è nato a Chioggia, dove è rimasto fino ai sei anni, si è poi trasferito a Ancona, dove si laureato in Biologia marina, trascorrendo poi alcuni anni all’estero, tra Stati Uniti e Giappone dove ha lavorato per i maggiori centri di ricerca.
Ma a Chioggia torna ogni estate per ritrovare gli affetti e per trascorrere le vacanze sul mare di Sottomarina con qualche incursione tra le acque limpide di Caroman. Nonostante il passare degli anni, e il cambio di abitudini in giro per l’Italia e per il mondo, Giovannelli è rimasto molto attaccato alle sue origini, ai ricordi d’infanzia e al mare di Chioggia.
In città abitano tutti gli zii e i cugini, orgogliosi in questi giorni di raccontare l’ambito riconoscimento assegnato al parente, che è riuscito a coltivare il sogno di diventare ricercatore e di trasformarlo in un lavoro tanto da essere premiato.
Ci racconti di questo premio e di come ci è arrivato. «Il periodo all’estero e la collaborazione con il network internazionale di ricerca Deep carbon observatory hanno fortemente influenzato i miei studi e mi hanno portato sempre più a lavorare all’interfaccia tra discipline diverse. Un approccio innovativo che trascende i confini dei dipartimenti universitari e delle discipline scientifiche classiche che mi ha dato lo sprone per partecipare al premio. Nel 2018 sono rientrato in Italia, a Napoli, nel Dipartimento di Biologia della Federico II dove insegno Microbiologia marina e applicata e lì è nato il progetto con cui ho partecipato al premio Erc starting grant».
Di cosa si tratta?
«Il progetto mira a comprendere come la vita e il pianeta siano coevoluti nel tempo. Tutta la vita ha bisogno di energia e la ottiene grazie a reazioni metaboliche di ossido-riduzione fatte da speciali proteine che spesso utilizzano dei cofattori metallici. Le concentrazioni ambientali di questi metalli sono cambiate nel tempo durante l’evoluzione del pianeta, ma non abbiamo idea di quale ruolo questo cambiamento abbia avuto sull’evoluzione di queste proteine e del metabolismo. Il progetto utilizzerà una combinazione di tecniche molecolari di ultima generazione e modelli computazionali uniti a numerose spedizioni in zone remote del pianeta per provare a capire come la vita e il nostro pianeta siano coevoluti».
L’idea ha conquistato la commissione europea del premio.
«Ogni anno a questo premio partecipano centinaia di ricercatori da tutto il mondo. Il mio progetto, CoEVolve, è risultato uno dei migliori. È un progetto a alto rischio, ma con potenziali ricadute in molti ambiti delle scienze, per questo credo che l’Erc abbia deciso di finanziarlo con 2. 1 milioni di euro. È un’opportunità unica per poter continuare a fare ricerca di alto livello dato che i finanziamenti alla ricerca in Italia sono molto più bassi rispetto a quelli degli altri paesi. È anche gratificante che i finanziamenti siano stati assegnati a ricercatori italiani, rimasti in Italia, con un progetto che si svilupperà qui visto la nota fuga dei cervelli».
Come si trova a Napoli?
«A Napoli ho trovato un ambiente scientificamente stimolante e molto sostegno da parte dei colleghi e dell’ateneo. La città è bellissima, ma appena posso torno a Chioggia a fare il pieno di mare e di ricordi». —
Elisabetta B. Anzoletti)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia