LA STORIA / Claudia, campionessa di tennis: «E' straniera, niente gare»

MESTRE. Puoi essere anche nata a Mestre, città nella quale studi con ottimo profitto alle scuole medie e dove ti alleni con costanza. Ma se i tuoi genitori sono stranieri, a 13 anni non puoi fare attività agonistica perché non hai la cittadinanza italiana. E’ la storia di una ragazza alle prese con la burocrazia di casa nostra che è per il Belpaese una cittadina russa, con passaporto russo anche se alla fine parla pure qualche parola di dialetto veneziano. Da noi è nata e cresciuta, ma non ditelo al Coni, e in particolare alla Federtennis, per le quali non avendo la cittadinanza, non può fare i campionati italiani assoluti di categoria e neppure giocare con la squadra del Tc Mestre, dove si allena.
A segnalare la vicenda è lo stesso presidente del circolo di via Olimpia, club di punta del tennis italiano. Claudia (useremo un nome di fantasia per indicare la tennista minorenne) è una giovane promessa, ma come tale rischia di rimanere non potendosi esprimere a livello agonistico con i coetanei. Oltretutto, di russo ha solo il cognome e il sangue, avendo deciso i genitori di darle un nome prettamente italiano.
Ma non basta: «Stiamo pensando anche di scrivere al presidente Napolitano per sottoporgli questo caso incredibile – argomenta il presidente del Tc Mestre, Roberto Pea, che tra l’altro è avvocato – Parliamo di una tennista che potrebbe ottenere buoni risultati, che sta dando molte soddisfazioni, ma che non può giocare ufficialmente con i coetanei sui campi sportivi».
D’altro canto, parla chiaro l’articolo 82 del regolamento federale. «Se il cittadino è straniero – si legge – anche se munito di tesseramento, è sempre escluso dai campionati individuali in ogni loro fase e, se minorenne, anche dai campionati a squadre giovanili».
«Nel 2008 la madre della ragazza ha fatto richiesta per ottenere la cittadinanza, essendo lei nata in Russia, e avendo per legge raggiunto i dieci anni di permanenza nel nostro Paese – spiega il presidente del Tc Mestre – In questo modo, la figlia avrebbe ottenuto anche lei la cittadinanza. La Prefettura ha dato parere favorevole, ma poi dal Ministero degli Interni non s’è più avuta alcuna notizia. Silenzio assoluto». Ecco allora che è stato interessato il Difensore civico regionale. E’ quindi intervenuta la Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha sostanzialmente invitato l’Ufficio cittadinanza del ministero a dare notizie della vicenda. L’ultimo passaggio il 21 ottobre: «Stiamo ancora aspettando – conclude Pea – In questi casi è previsto anche il ricorso al Tar per mettere in mora il ministero, ma vorremmo sperare che il sollecito del presidente Napolitano possa portare a qualcosa di concreto. Abbiamo presentato istanza anche alla Federtennis regionale e nazionale senza mai ottenere risposte». Claudia aspetta. E con lei migliaia di giovani.
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