La sfida di Francesco: Con Dolivery batterò i big dei pasti a domicilio

La storia
L’idea gli è venuta dopo aver visto come funziona a Londra e Milano. La comodità di aprire l’app, ordinare un piatto e farselo consegnare a casa, dopo averlo pagato online. A Venezia centro storico e nelle isole, l’unico servizio simile è offerto da qualche pizzeria: manca una piattaforma comune, non c’è varietà di offerta. Così Francesco Bevilacqua, 25 anni, si è messo a studiare a tavolino contratti e normative nella sua camera di Malamocco, dove vive insieme al padre. E dopo un anno, proprio dalla “sede” casalinga della sua azienda, è pronto a inaugurare la prima app di consegna di cibo a domicilio “fatta in casa” del Lido, in attesa di sbarcare anche in laguna. Il lancio di “Dolivery” è previsto per questo fine settimana. Un nome evocativo, che da una parte fa il verso alla famosa piattaforma Deliveroo (nata nel 2013, è tra i nomi più conosciuti nel settore ed è attiva in centinaia di città nel mondo); dall’altra gioca, invertendole, con le sillabe di Lido unite alla parola delivery (consegna). I fattorini che scorrazzeranno su e giù per l’isola saranno quattro, e tra loro lo stesso titolare del marchio. E qui c’è un’altra particolarità: la paga. Negli ultimi mesi, rider e organizzazioni sindacali di tutt’Italia hanno protestato contro l’assenza di tutele e uno stipendio che unisce una quota fissa all’ora e una variabile in base al numero di consegne. Un contratto capestro, secondo i più critici, che non tiene conto delle attese fuori dai ristoranti e che costringe a corse contro il tempo pur di accaparrarsi una consegna in più. I collaboratori di Dolivery, tutti giovani studenti con regolare contratto a chiamata, saranno invece pagati 15 euro (con contributi e assicurazione compresi) all’ora. Non c’è la quota variabile del numero di consegne, i soldi arriveranno anche senza chiamate. Il servizio sarà attivo tutta la settimana, dalle 19 alle 22.30. Chi voglia ordinare un piatto, dovrà scaricarsi l’app di Dolivery sullo smartphone (realizzata da una squadra di informatici indiani). Qui ci sarà la possibilità di sfogliare il menù dei ristoranti, inserire le pietanze e confermare l’ordine (minimo 15 euro). Il tutto si potrà pagare direttamente online oppure alla consegna, con un costo per il servizio di 2,50 euro. Zaino in spalla e giacca griffata con il marchio arancione, i mezzi di trasporto saranno biciclette e motorini. Al momento, al Lido sono tre i locali convenzionati e quindi disponibili sull’app: la pizzeria “Ai do mati”, il “Buddha Soul Restò” in Gran Viale e “Enigma Pub” in via Sandro Gallo. Ma, a sentire l’ideatore, è solo l’inizio: “I primi mesi saranno inevitabilmente di rodaggio – spiega Bevilacqua – già molti altri locali si sono detti interessati al servizio”. E’ per questo che Bevilacqua, tornato a Venezia dopo tre anni tra Londra e Milano come barista e fattorino, è convinto che al Lido ci sia potenzialità e futuro, anche per i giovani: “E’ stato un azzardo, mi sono detto: proviamoci. Certo, è stato un anno difficile tra investimento e studio”. L’idea, confida, è di espandersi: sia come servizio che come confini. Al momento sono solo ipotesi, ma in un prossimo futuro le consegne potrebbero riguardare anche farmaci, tabacchi e spesa al supermercato. “Vedremo come andranno le cose – conclude – ma non escludo di portare a domicilio anche a Venezia, con due-tre fattorini per sestiere che si muovono a piedi”.
Eugenio Pendolini
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