La sede dell'Isp occupata dagli studenti Iuav

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato. E oggi Senato accademico
Lo striscione degli studenti
Lo striscione degli studenti
 
L'Università di Architettura nella bufera per la vicenda dell'Isp, la controllata Iuav e Servizi Progetti - la cui attività è stata dichiarata illegittima da una sentenza del Consiglio di Stato - e la cui sede è stata occupata ieri dagli studenti.
 Gli studenti di Pianificazione che hanno esposto un polemico striscione dalle finestre sul Canal Grande di quella che era una volta la sede della Fondazione Masieri chiedono l'immediata chiusura dell'Isp attaccando in particolare l'ex rettore Marino Folin, che ha voluto la società e che contestano anche per la richiesta di accensione di un mutuo per 5 milioni di euro con la Fondazione Iuav che guida, per completare gli alloggi previsti nel complesso dell'ex Caserma Manin, nuovo centro per la residenza studentesca. Non ha avuto successo neppure l'incontro che gli occupandi hanno avuto con il direttore dell'Isp Spinelli, con il preside di Architettura Carnevale e con il prorettore Calabi e tutto è rimandato al Senato Accademico di oggi, che dovrà prendere una decisione sulle sorti della società, accusata di concorrenza sleale da parte degli Ordini professionali per i progetti che si accaparrerebbe, grazie alle relazioni dell'università. Folin, da parte sua, si difende: «L'Isp non si occupa più da tempo di progetti privati, l'Iuav ha la possibilità di fare ricorso e modificarne lo statuto per evitare ogni equivoco. In ogni caso, io non me ne occupo più e altri rettori come Magnani e Restucci l'hanno presieduta dopo di me. Il mutuo sulla Manin verrà estinto non appena arriveranno i previsti finanziamenti universitari e nel frattempo non graverà in alcun nodo sulle casse dell'Iuav. Nel frattempo, abbiamo perso - per queste polemiche - la possibilità di ottenere i fondi per una nuova casa dello studente ai Magazzini Frigoriferi». Gli studenti gridano però a logiche e decisioni che passano sulle loro teste e oggi il Senato dovrà rispondere. (e.t.)

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