«La sabbia di Jesolo non è perduta. Ora serve una duna su tutta la spiaggia»

Calzavara parla dopo la mareggiata. Tre aziende private hanno donato 10 mila euro per i lavori sull’arenile. A Noventa è stato riaperto il parco golenale

JESOLO. «Dune e ripascimenti, la sabbia di Jesolo non è perduta». Cammina sulla spiaggia con un cappotto stretto attorno al collo, i capelli immobili nonostante la bora grazie alla “spazzola” scolpita su una chioma foltissima. Francesco Calzavara conosce la sua spiaggia perché vi correva da bambino.

Rampollo di una famiglia di albergatori, proprietario della pista Azzurra dei go-kart, l’ex sindaco e ora consigliere regionale non ha dubbi: «Ce la faremo anche quest’anno. La soluzione è alla portata. Al di là degli allarmi più o meno gravi», spiega Calzavara, «la sabbia non è persa, ce l’abbiamo ancora, è al largo e tornerà con le onde e le correnti. È inutile parlare di opere faraoniche, dighe sottomarine impossibili. Se ne fosse stata eretta una ad esempio a 1,20 metri non sarebbe bastata con questa mareggiata eccezionale e l’acqua alta di Venezia. Allora lavoriamo per una lunga duna di sabbia su tutta la spiaggia. Negli ultimi due chilometri interverremo con i pennelli in roccia e il ripascimento dove necessario in zona Pineta. E così proteggeremo sempre la nostra spiaggia anche davanti ad eventi atmosferici così impressionanti».

 In questi giorni sono arrivati nuovi fondi dai privati. I titolari di tre aziende hanno deciso di destinare 10 mila euro alla riqualificazione dell’arenile. Si tratta della Hotelmarket srl, la Security Beach srl (l’azienda che realizza le cassette di sicurezza per gli ombrelloni) e la Cmc 2.0 srl (realizza i bagni autopulenti). I soldi sono stati recapitati alla Federconsorzi. «Un gesto importante», sottolinea il presidente di Federconsorzi, Renato Cattai, «avvalorato dal fatto che queste aziende hanno rapporti commerciali con le nostre realtà consortili e conoscono i sacrifici per la crescita dei servizi e la passione che ognuno di noi mette al servizio del turismo. E non è tutto: le stesse aziende hanno annunciato che verranno praticati sconti per i lavori di ripristino, per quanto attiene alle rispettive tipologie merceologiche, anche in questo caso per aiutarci nell’opera di ripristino dei servizi. È stato deciso che verranno posizionate le dune su tutto l’arenile», conclude, «indipendentemente dall’ordinanza del Comune».

Intanto dopo due settimane di chiusura a causa delle piene del Piave è stato riaperto il parco golenale di Noventa. Ieri mattina volontari della Protezione civile, operai comunali e tecnici di una ditta specializzata hanno operato per circa tre ore nella rimozione dei panconi che chiudevano l’ingresso del tunnel arginale.

La chiusura del varco nell’argine era stata decisa, con ordinanza del sindaco Claudio Marian, nella notte tra il 15 e il 16 novembre, a causa dell’innalzamento del Piave per le forti piogge a monte. Erano i giorni più acuti del maltempo che ha caratterizzato novembre, quelli dell’acqua alta a Venezia e delle mareggiate record sul litorale. Stavolta, per fortuna, il Piave non ha invece replicato l’emergenza dello scorso anno. L’acqua ha invaso solo parte del parco fluviale, senza mai raggiungere il parcheggio della golena. Visto il perdurare dell’instabilità meteo, la Protezione civile, sentito il Genio civile, ha ritenuto di mantenere il varco chiuso, in via precauzionale, per tutti questi giorni. Ma adesso la fase acuta del maltempo si può dire conclusa. E quindi ieri si è provveduto alla riapertura del parco golenale. A breve la golena sarà interessata anche dai lavori di abbattimento dei resti della cosiddetta “ex casa Richetta”, immobile interessato da un incendio molti anni fa. Il Comune ha ottenuto un contributo regionale per il suo abbattimento. —

Giovanni Cagnassi

Giovanni Monforte

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