La protesta di via Desman tutti in bici lungo il ciglio

Zianigo. Striscioni e pettorine arancioni da oggi sfileranno lungo la provinciale per denunciare la mancanza di sicurezza e sollecitare pista ciclabile e guardrail

ZIANIGO. Scende in strada la protesta per una via Desman ciclabile e sicura. Anni di mugugni diventano ora mobilitazione organizzata, grazie ai residenti, che ieri mattina hanno inaugurato un mese di presidi mobili quotidiani: scenderanno in strada tutti i giorni e più volte nell’arco della stessa giornata, per essere ben visibili, visto che finora di loro non si accorgono né le auto, né, a quanto pare, la politica.

Ieri il primo assaggio, dopo che nel weekend sono comparsi striscioni ai cancelli delle case e nei campi che costeggiano la strada provinciale, in ben tre paesi tra i comuni di Mirano e Santa Maria di Sala. Una trentina di residenti, tra Zianigo, Veternigo e Sant’Angelo, che già al mattino sono scesi in strada, indossando gilet fluorescenti e portando la propria bicicletta a mano, su e giù per la provinciale così da rallentare il traffico, ma senza bloccarlo. «Nulla di nuovo», protestano i residenti, «è il rischio a cui andiamo incontro tutti i giorni». Non c’è altro da spiegare: via Desman resta il rettilineo di vent’anni fa, ma con il traffico di oggi. Strada extraurbana da percorrere, fuori dai centri abitati, anche a 90 chilometri all’ora, ma spesso e volentieri si superano i 100. A differenza che nella provincia di Padova, in via Desman non ci sono autovelox, né guardrail per delimitare i fossi da entrambi i lati e soprattutto non c’è la pista ciclabile. Le fermate Actv? Sono semplici cartelli sul ciglio del fosso, dov’è pericoloso perfino attendere il bus. Altro che pensiline. Di sera, e in questa stagione già nel tardo pomeriggio, per lunghi tratti è al buio e percorrerla in bici significa rischiare la vita. Lo sanno bene i numerosi salesi e miranesi vittime in questi di incidenti, alcuni purtroppo mortali. La protesta dei residenti, bloccati in casa da una strada costellata di insidie, è tutta contro la Provincia, che gestisce la provinciale 33.

«Dai confini della provincia di Padova in poi, in comune di Borgoricco», protestano i manifestanti, «la stessa strada si allarga, compare la pista ciclabile e spuntano gli autovelox. Noi “veneziani” siamo forse di serie B?». Marino Dalle Fratte, uno dei promotori della rivolta, afferma: «La strada è larga 5 metri e se due pedoni con la bici si incrociano, come facciamo noi questi giorni, il traffico si ferma. Chiediamo solo di mettere in sicurezza, con una ciclabile, una strada stretta e trafficata che da anni è causa di gravi incidenti e vittime». Stamattina si replica: 7.30, tutti in strada a rischiare il collo, come ogni giorno. Ma questa volta per dire: «Basta».

Filippo De Gaspari

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