La prof vittima del bullo si muovono i carabinieri

VENEZIA. La solidarietà del mondo della scuola alla docente che è stata vittima del bullismo in un istituto di scuola superiore del Veneto Orientale. E parla il sindaco della città in cui si è verificato il discusso episodio: «Questi casi vanno per prima cosa denunciati alle forze di polizia, come io stesso ho consigliato di fare immediatamente».
Un fatto oscuro e dai contorni sfumati, quello che si è verificato nella città in cui la docente, una professoressa quarantenne, ha raccontato alle istituzioni comunali e alle forze di polizia, oltre a sfogarsi inizialmente in rete, di essere stata vittima di un bullo, un ragazzo che aveva precedentemente aiutato contro altri prepotenti nella scuola, ma che poi le si è rivoltato contro, anche a causa di problemi personali e familiari, fino a farle perdere il controllo al punto di essere colta da una profonda depressione che l’ha anche allontanata dal lavoro per alcuni mesi.
Un altro episodio che si aggiunge a quelli che hanno occupato le cronache negli ultimi mesi, come nel caso della ragazzina che si è gettata dal primo piano di una scuola media e che si è salvata per miracolo dopo che era stata bersaglio del cyberbullismo ad opera di alcune coetanee.
«Purtroppo il bullismo esiste ed è un fatto grave che non deve essere sottovalutato», prosegue il sindaco, «ho parlato con la docente e la prima cosa che le ho consigliato di fare è stata di parlarne anche con i carabinieri e denunciare l’accaduto, non conoscendo nelle specifico quanto lei ha vissuto. So che lo ha fatto. Credo che in questi nuovi fenomeni che arrivano al punto di coinvolgere i docenti come parte debole, questa sia la prima cosa da fare. Per il resto, nel caso dei ragazzi, il bullismo è purtroppo diffusissimo e va affrontato con determinazione per le conseguenze che può portare. Iniziano con una perdita di stima per se stessi, paura e forte tensione e arrivano fino a episodi di autolesionismo come purtroppo si è verificato. La cosa più importante è che se ne parli e che non ci sia assolutamente omertà».
L’episodio della docente è stato commentato anche dalla psicologa Laura De Faveri la quale ha parlato di un nuovo segnale estremamente negativo e preoccupante che proviene dal mondo della scuola.
Adesso saranno promosse varie iniziative di sensibilizzazione tra Comuni, docenti, famiglie, comunità scientifica, per isolare i casi più pericolosi e individuare assieme la strada da percorrere e le soluzioni, in attesa che altri casi siano denunciati perché il pericolo più grande è come sempre l’omertà.
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