La Procura chiede il processo per Francesca Zaccariotto

Ora la parola passa al giudice. Dopo aver depositato gli atti e aver chiuso le indagini, i pubblici ministeri Carlotta Franceschetti e Walter Ignazitto hanno chiesto il rinvio a giudizio per l’ex sindaco di San Donà e presidente della Provincia Francesca Zaccariotto, per la responsabile del personale del Comune Eugenia Candosin e per il pregiudicato Luciano Maritan: i reati di cui dovranno rispondere sono concorso in abuso d’ufficio e falso ideologico. Il giudice ora fisserà l’udienza al termine della quale valuterà se prove e indizi siano sufficienti a mandare sotto processo i tre imputati.
«Francesca Zaccariotto, in qualità di sindaco, previo accordo con LucianoMaritan istigava Eugenia Candosin, responsabile del personale del Comune di San Donà, ad avviare al lavoro Maritan, preferendolo ai 32 candidati che lo precedevano nella graduatoria e omettendo poi di renderla pubblica». Questo il capo d'imputazione di abuso d'ufficio per il quale i due pm veneziani hanno chiesto il giudizio dei tre. Tra l'altro, i due rappresentante della Procura avevano anche chiesto al magistrato un provvedimento di sospensione dal servizio per la funzionaria comunale, ma il giudice delle indagini preliminari Alberto Scaramuzza, dopo averla interrogata prima di prendere la decisione (come prevedono le norme), ha respinto la richiesta,spiegando che mancava almeno una delle tre condizioni per firmare il provvedimento, quella del pericolo di reiterazione del reato.
Oltre all'accusa di abuso d'ufficio, i tre indagati in concorso devono rispondere anche di falsità ideologica perché «Eugenia Candosin attestava il falso avviando al lavoro Luciano Maritan su istigazione del sindaco Francesca Zaccariotto». Dunque, la Procura ha nelle mani alcune intercettazioni telefoniche di colloqui tra funzionari del Comune di San Donà, uno dei quali racconta all'interlocutore che all'epoca dei fatti il sindaco leghista sarebbe intervenuta pesantemente su colei che doveva prendere la decisione finale, cioè, Eugenia Candosin, in modo che quel lavoro di custode comunale dei parchi pubblici andasse proprio a Maritan.
Il pregiudicato, nipote del boss Silvano, per quell'impiego ha intascato poco più di cinquemila euro. I difensori dei tre indagati, gli avvocati Renzo Fogliata, Piero Barolo e Annamaria Marin, hanno avuto le copie degli atti dell'inchiesta della Procura. Il primo a parlare della vicenda agli inquirenti era stato Luca Fregonese, il collaboratore che ha incastrato Luciano Maritan e gli altri della banda sandonatese della cocaina.
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