La posta pneumatica per inviare le provette

Così raggiungono il laboratorio analisi evitando al personale di fare avanti e indietro

Il Pronto soccorso dell’Ospedale dell’Angelo è stato interessato negli ultimi mesi da tre importanti progetti per ottenere risposte più rapide e adeguate. Si è partiti con un nuovo polo radiologico dedicato, una radiologia di urgenza che prima poteva contare su spazi angusti, e attiva solo al mattino per esami elementari, mentre per altre verifiche diagnostiche i pazienti venivano portati fino alla Radiologia vera e propria. I nuovi spazi adiacenti al Pronto soccorso sono cinque locali aperti e funzionanti tutto il giorno. In un primo si trova il tavolo per la radiografia scheletrica; nel secondo, attrezzato con spogliatoi e servizi, invece il telecomandato; il terzo locale è la stanza da cui il personale comanda le strumentazioni; una quarta stanza è dedicata alla refertazione.

Un quinto locale dà accesso al polo e funziona come area di ingresso e spostamento dei pazienti barellati. Quindi è stata la volta del nuovo Ambulatorio codici bianchi che, dopo la fase di sperimentazione ritenuta positiva, dal gennaio scorso è aperto tutti i giorni dalle 8 alle 20 per filtrare i casi meno gravi. L’ultima novità è stata il sistema di invio pneumatico delle provette dei prelievi al Laboratorio analisi. Un tubo del diametro di appena quattro centimetri collega le due aree dell’Angelo.

«Il nuovo sistema è in funzione da qualche settimana, installato e testato nel mese di dicembre», commenta il primario di Pronto soccorso, la dottoressa Mara Rosada. «Il terminale di partenza nel Pronto Soccorso è una colonna con un semplice foro, in cui il personale può inserire le provette. Un sistema ad aria compressa fa sì che queste viaggino lungo il tubo fino al Laboratorio analisi, dove i campioni di sangue devono essere analizzati. Il sistema spedisce la provetta a destinazione e contemporaneamente la identifica, attraverso la lettura con scanner ottico del codice a barre, sia in partenza che in arrivo» . Così si ottiene un risparmio di risorse umane, perché non occorre più destinare una persona ai trasporti che venivano fatti prima a mano, e c’è una riduzione dei tempi di attesa del paziente al Pronto soccorso, almeno per i referti ematochimici. (s. b.)

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