La perizia: «In Canal Grande manca la sicurezza»

VENEZIA. «Non è garantita la compatibilità tra flussi di traffico in Canal Grande e le priorità da garantire al sistema di trasporto pubblico...né sono garantite le condizioni di sicurezza della navigazione». Queste sono le ultime righe della consulenza di 191 pagine che il professore Agostino Cappelli, il comandante Antonio Morisieri e il contrammiraglio Lucio Borniotto hanno firmato per i pubblici ministeri Roberto Terzo e Francesca Crupi . Nell’ultimo incontro negli uffici della Procura è stata consegnata al commissario Vittorio Zappalorto, che si è presentato assieme al sub commissario Natalino Manno e al dirigente Trasporti Franco Fiorin. Erano tre i quesiti ai quali i consulenti dovevano rispondere: dovevano analizzare il flusso e la composizione del traffico in Canal Grande e lo hanno fatto nel periodo giugno-settembre 2014; dovevano verificare la presenza di ostacoli o turbative alla sicurezza della navigazione; dovevano verificare la compatibilità del flusso di traffico con il rispetto delle regole in materia di sicurezza.
Questa la risposta al primo quesito: «Il 65 per cento dei flussi è rappresentato da taxi (44%) e imbarcazioni merci (21%); i taxi e le imbarcazioni merci presentano una concentrazione di flusso e di approdi molto ravvicinati nell’area di Rialto(ingombrando lo specchio d’acqua utile dello stesso ponte) e nella tratta tra Piazzale Roma e la Stazione Fs; in entrambi i casi sono contemporaneamente presenti più approdi ravvicinati Actv e Alilaguna, generando nel complesso una concentrazione di flussi, itinerari e rotte interferenti non gestibili in sicurezza e di difficile controllo da parte delle stesse forze di Polizia municipale; i flussi delle gondole e delle imbarcazioni da diporto sono meno rilevanti (meno del 20 per cento) ma presentano caratteristiche di manovrabilità da renderle particolarmente vulnerabili nella navigazione promiscua con i taxi e i mezzi Actv». Da tener presente che il traffico dei mezzi Actv e Alilaguna non supera il 17 per cento. La conclusione dei tre consulenti sono perentorie: «I risultati delle analisi evidenziano una condizione di navigazione con distanze medie tra imbarcazioni molto inferiori alle condizioni di sicurezza».
«La prima zona critica», si legge per quanto riguarda il quesito sugli ostacoli alla navigazione, «è quella degli ormeggi di Piazzale Roma, dove tra due punti di ormeggio dei mezzi Actv è collocato lo stazio dei taxi». Poi c’è il tratto di fronte alla Stazione: «Tra il Ponte della Costituzione e quello degli Scalzi sono ubicati gli imbarcaderi della linea 1 Actv, dei Giracittà e quindi della linea 2, poi gli stazi dei taxi e delle gondole». A Rialto «il Canal Grande è ulteriormente ridotto dalla presenza di numerosi ormeggi di gondole, taxi, barche da trasporto e dal pontile del Magistrato alle acque. In quest’ultima zona la larghezza utile di canale per la navigazione si restringe da 30 a 24 metri». Infine, San Marco-Vallaresso, dove sono ubicati «gli ormeggi della linea 1 Actv, lo stazio delle gondole del traghetto della Dogana e la porta d’acqua dell’hotel Monaco con il via vai dei taxi che trasportano i clienti». La principale turbatica dinamica viene indicata nell’enorme dimenzione dei flussi e i tre esperti hanno scritto un intero capitolo suto , sostenendo che è necessario un ridimensionamento il quale dovrà portare ad una diminuzione del traffico almeno del 40 per cento.
Per quanto riguarda il terzo quesito, i tre consulenti sostengono che «le seguenti norme sono spesso disattese, anche a causa dell’abnorme dimensione dei flussi in contemporanea navigazione: il rispetto della velocità massime consentite; il rispetto della distanza di sicurezza; il divieto di sorpasso con la navigazione di fila nelle aree critiche del canale; la garanzia e il controllo precedenza ai mezzi del servizio pubblico di linea ad eccezione degli attraversamenti delle “gondole da parada”, che devono avere la precedenza su tutti i mezzi pubblici e privati». «L’utenza», sottolinea la consulenza, «cioè chi naviga in Canal Grande e negli altri canali di Venezia, per non incorrere in sanzioni e soprattutto per evitare collisioni, ha la necessità di consultare una legislazione ponderosa e a tratti ridondante, con inevitabile difficoltà di memorizzazione ed applicazione da parte degli utenti ma anche da parte della stessa Polizia Municipale, costretta a continui contenziosi applicativi. Un utile suggerimento è di rendere le norme omogenee, chiare e sintetiche, verificando la possibilità di redigere un unico documento soprattutto per quanto riguarda le modalità di navigazione».
Prima che il Commissario lasci Ca’Farsetti per far posto al prossimo sindaco dovrà forse incontrarsi una terza volta con i pubblici ministeri, che continueranno a monitorare la situazione del traffico nella maggior via d’acqua della città.
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