La nuova scuola elementare Scorzè torna in graduatoria

Il Comune di Scorzè è stato riammesso nella graduatoria per accedere ai fondi statali per costruire la nuova scuola elementare “Guglielmo Marconi” in via Aosta. Lo si legge nel Bollettino ufficiale della Regione Veneto (Bur), dopo che il 31 ottobre Scorzè aveva portato a casa la sentenza favorevole del Tar sul ricorso presentato contro Palazzo Balbi, reo di averlo escluso dalla classifica per l’assenza di un allegato nella domanda da presentare. Adesso l’intero fascicolo è stato inoltrato al Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca (Miur) e dal municipio aspettano una risposta, visto che si era chiesto un contributo pari a 3 milioni di euro. Una somma importante: se entrasse per davvero nelle casse comunali il progetto da oltre 9 milioni subirebbe un’accelerata. A Scorzè sono stati riconosciuti i motivi che lo avevano lasciato fuori dall’elenco. Tutto era nato quando nel 2018 l’allora giunta di Giovanni Battista Mestriner aveva comunicato l’idea di realizzare la nuova scuola elementare demolendo l’attuale dietro al municipio. Quindi si è cercato di capire se vi fosse la possibilità di attingere a dei finanziamenti, l’ipotesi era poterli avere dallo Stato. Così ogni Regione era chiamata a raccogliere le domande dai singoli Comuni per poi girarle a Roma. Anche Scorzè si era messa in lista per avere i finanziamenti, visto che l’intero pacchetto per la futura “Marconi” costerà 9,5 milioni.
Gli uffici del Comune predisposero tutto il materiale ma un allegato non si caricò e non arrivò mai alla posta elettronica certificata di Palazzo Balbi a differenza degli altri. Scorzè fece fare delle verifiche e si scoprì come quel documento non fosse altro che la Scheda Anagrafe Edilizia Scolastica, già in possesso della Regione e scaricabile sul sito. Così il Comune, difeso dall’avvocato Francesco Maria Curato, decise di presentare ricorso al Tar che le diede ragione con una sentenza di fine ottobre, invitando Palazzo Balbi a valutare la domanda e mettere Scorzè in graduatoria, perché nessun ente può chiedere un documento già in suo possesso. Adesso la parola passa al Miur. —
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