La nuova papa mobile? Una Renault R4 targata Verona

VERONA. L’hanno chiamata la nuova «Papa-mobile»: ed è targata Verona. Anzi, esattamente VR 779684, è stata immatricolata nel 1984 ed ha sulle spalle 300 mila chilometri. Il prete veronese don Renzo Zocca, parroco a Santa Lucia di Pescantina, gliel’ha portata fin sotto le finestre della residenza di Santa Marta, poco prima dell’inizio della Veglia di preghiera per la pace di sabato pomeriggio. Appena è sceso dall’appartamento 201 della casa albergo dove ha deciso di vivere, don Renzo gli si è buttato addosso.
«Le ho portato l’auto, Santo Padre» ha esclamato il prete veronese, settant’anni non ancora compiuti. Ai francesi dell’agenzia Afp, che hanno immortalato il momento in cui il Papa sale nell’auto bianca, non è parso vero approfittare dell’episodio per confermare la «grandeur» della Renault 4. E la foto di quella macchina – cilindrata e potenza preistoriche (800 centimetri cubici per 30 cavalli) – domenica ha fatto il giro del mondo. Tutto è cominciato con una lettera di don Renzo - un passato da prete delle periferie veronesi, sempre al volante di quella vecchia R4 - e inviata il 15 luglio scorso a Papa Francesco per offrirgli l’automobile usata. Appena il tempo di riceverla e la mattina del 10 agosto il Pontefice chiama il sacerdote: «Pronto? Sono Papa Francesco». Così, durante la chiacchierata, don Renzo si offre di portare direttamente a Roma l’autovettura usata. La data coinciderà, casualmente, con la veglia di preghiera per la pace.
Ma don Renzo non si perde d’animo e, caricata su un carro attrezzi veronese la vettura e organizzati due pullman di fedeli, è spuntato sotto le finestre di Santa Marta.
«Appena è sceso dal suo appartamento - racconta don Renzo - non sapevo cosa fare: allora gli ho letteralmente buttato le braccia al collo e gli ho mostrato l’auto. Poi, superata l’emozione, gli ho detto: Santo Padre, ci sono una cinquantina di fedeli che sono rimasti fuori dalle mura vaticane. E lui, immediato: cosa aspettiamo? Andiamo a trovarli con la macchina. Mi sono messo al volante e lui accanto.Dietro il meccanico Stefano e il mio assistente Luigi. Abbiamo percorso trecento metri e io ho rispettato il limite di 30 all’ora, con le sue guardie che lo inseguivano a piedi atterrite perché abbiamo varcato il confine italiano. Lui mi ha detto che conosceva la R4 perché l’aveva avuta in Argentina, molti anni fa. E non l’aveva mai lasciato a piedi. Poi gli ho detto che noi seguiamo la missione di Cochabamba, che lui conosce bene. Ho avuto l’impressione di un uomo eccezionale, lo avverti a pelle: è interessato a quel che gli dici, attento agli altri. Ci siamo lasciati e lui mi ha detto: scrivimi ancora». Don Renzo è rientrato domenica nella sua Verona, circondato dalla gioia dei suoi parrocchiani e dall’emozione di un incontro indelebile. La R4 era stata donata al sacerdote veronese nel 1986 dal comproprietario dell’Hellas Verona: sul paraurti anteriore, infatti, sono rimasti due adesivi della squadra gialloblù. «La macchina stava in garage da un po’ di tempo: ma l’ho fatta mettere a posto di recente» conclude don Renzo.
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