La nuova moschea di Venezia finanziata da un principe saudita

MARGHERA. Un principe della famiglia reale saudita (il suo nome non è stato ancora reso noto) è il finanziatore della realizzazione nel comune di Venezia di un grande centro di cultura islamica e di una moschea. La sede non è stata ancora individuata ma il progetto da otto mesi si muove, anticipato da una visita nel luglio 2013 di un emissario del principe.
Sogno che ritorna di attualità, quello della moschea, mai svanito, dopo un confronto che sta coinvolgendo da tempo la Comunità islamica, le Municipalità e la giunta di Giorgio Orsoni. E che ora, viste le istanze che arrivano da altri centri islamici della provincia e di Padova e Treviso, assume i connotati di un progetto di scala metropolitana.
Ha preso piede l’idea, spiegano dalla comunità islamica di Venezia, di realizzare nella terraferma mestrina, in collaborazione con il Comune, un grande centro islamico e una moschea con minareto. Per pregare, studiare il Corano, le lingue di origine ma anche l’italiano, la Costituzione e le leggi italiane.
«Va bene il museo di arte islamica ma alla nostra comunità, che nel Veneziano vede pregare in garage o capannoni almeno 5 mila persone, serve un luogo di incontro, preghiera e culto degno di questo nome. Noi ospitiamo 30 diverse comunità e questo progetto sarà attrattore anche di turismo per la città», dice il presidente Mohamed Amin Al Ahdab. Ieri il primo via libera simbolico, con la visita alla comunità di via Monzani a Marghera del sindaco Giorgio Orsoni, accolto con affetto, tra applausi e benauguranti inviti alla rielezione.
«C’è la disponibilità di un rappresentante della comunità musulmana di finanziare un centro di cultura qui nel nostro territorio e questo mi rende particolarmente felice. Sono convinto», ha proseguito, «che dandovi la possibilità di riunirvi in un centro culturale e religioso che possa essere riconosciuto come una cosa bella e alta, si contribuirà a far sentire la vostra comunità ancor più integrata nella comunità più ampia che è quella di Venezia. Questo è un obiettivo che voglio raggiungere nel più breve tempo possibile. Stiamo facendo tutto il possibile per renderlo realizzabile e mi auguro di riuscire ad inaugurare questo nuovo centro al più presto». Orsoni ritiene il centro «una ricchezza per tutti, anche per i non musulmani perché occorre avere tutti l’orgoglio delle proprie tradizioni ma aprirsi reciprocamente al confronto». Undici comunità firmano la lettera che chiede per una società «che aspira a migliorarsi e a capirsi» di colmare la mancanza di una moschea. Tra loro, operai e commercianti, medici da 50 anni in Italia e anche italiani. Chiedono di «poter pregare Allah in una moschea degna di questo nome e del territorio che la ospiterà».
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