La maestra commossa «Quanto ti emozionavi al saluto dei piccoli alunni»
gli interventi
Ha preso la parola per prima, Carla Severin, appena entrata in chiesa, quando il parroco don Tarcisio Milani ha aperto la celebrazione lasciando spazio a tre persone: all’insegnante all’Istituto comprensivo di Martellago, al sindaco in carica Andrea Saccarola, al primo cittadino tra il 1993 e il 2003, nonché ex parlamentare, Marco Stradiotto.
Alla maestra è stato impossibile nascondere l’emozione: «Quando arrivavi a scuola da noi iniziavi a girare per le classi come se fossi a casa tua, fermandoti a parlare con il singolo bambino, dicendo battute spiritose così da farli sentire accolti e importanti. O ancora quando passavi in mensa, con i piccoli che scandivano il tuo nome battendo i pugni a ritmo sui tavoli. O quando, per strada, ti salutavano dal finestrino del pulmino comunale. Mi ricordo come ti emozionavi, con gli occhi illuminati e il sorriso acceso sul volto, quasi a cercare una complicità con i loro. Il tuo cuore e la tua anima erano proprio quelli di un bambino». La stessa Severin ringrazia Brunello per quanto ha saputo fare negli anni. «Raccoglievi le sfide», rammenta a nome di alunni e personale, «come quando ci concessero una sezione in più all’infanzia e c’era da costruire una mensa in pochi mesi. Ebbene, con la tua tenacia e grinta ci riuscisti. Ti vogliamo ricordare e ringraziare per quanto hai fatto per la scuola, tua priorità, con umiltà, semplicità e pragmatismo, capace di gestire il bene comune al servizio della gente. Ma, soprattutto, per i più piccoli».
Dopo aver fatto le condoglianze a nome della comunità, Saccarola ha ricordato quando conobbe Brunello attraverso il calcio: «Per Martellago ha dato l’anima e la moglie lo ha sempre supportato. È stato un leader, benvoluto da tutti. Posso dire di essermi ispirato a lui come sindaco». Alla fine del rito funebre, Saccarola ha comunicato la volontà di fare qualcosa di concreto per poter ricordare Brunello per sempre.
Commosso anche Marco Stradiotto che iniziò la carriera politica accanto a Brunello nel 1985, per poi averlo con sé in giunta e come pure come vice. «Ci lascia tantissimo sotto l’aspetto umano», spiega, «perché la sua generosità e il modo di fare sono stati e saranno contagiosi. Ma ci lascia tantissimo pure a livello politico: con la sua semplicità, onestà e pragmatismo ha reso un grande servizio. E la partecipazione odierna (ieri, ndr), lo dimostra. Giovanni sapeva valutare le persone senza pregiudizi, guardava generosità e disponibilità». —
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