La Filarmonica della Fenice inaugura la stagione musicale

VENEZIIA. L’industriale rodigino Luciano Guerrato è un raro esempio di munificenza verso la cultura nel mondo dell’imprenditoria italiana. Nel 2012, oltre ad aver finanziato in Benin, Africa centrale, un ospedale nella città di Sainte Bakhita, ha deciso di assumere anche la presidenza dell’Orchestra Filarmonica della Fenice, per rilanciare l’attività di questa formazione che 89 professori dell’orchestra del Teatro veneziano hanno fondato nel 2010, associandosi. I propositi con cui gli strumentisti veneziani hanno dato vita alla Filarmonica sono encomiabili: cementare la loro coesione con un supplemento di attività sinfonica e, se possibile, ottenere scritture al di fuori della sede istituzionale. Il modello cui tendere è quello delle grandi filarmoniche austro-tedesche e la loro storia ultracentenaria.
La Filarmonica della Fenice ha solo cinque anni di vita e dovrà costruire nei decenni il suo volto per diventare meta ambita dalle star della bacchetta. È comunque da apprezzare questa ambiziosa iniziativa, nata, in anni di crisi, come una sfida. Il programma per il 2015 comprende sei concerti. Ad inaugurare, lunedì 16 febbraio alle 20, sarà sul podio della Fenice, Omer Meir Wellber. Il trentaquattrenne direttore israeliano è figura onnipresente in questa fase di vita del Teatro. Dopo Capuleti e Montecchi di Bellini, sta dirigendo a giorni alterni ben tre titoli, Traviata, Elisir d’amore e Don Pasquale. Oltre alla Terza Sinfonia di Brahms e l’Ouverture dall’ Euryanthe di Weber, si ascolterà la cantata La mort de Cléopâtre di Berlioz, solista il mezzosoprano Manuela Custer. Scritta nel 1829 da un Berlioz ventiseienne, la cantata costituisce il terzo inutile tentativo del compositore autodidatta, di ottenere dal mondo accademico l’ambito Prix de Rome. Altri giovani direttori sono chiamati per gli appuntamenti successivi. Domenica 12 aprile sarà la volta di Susanna Mälkki, per otto anni (2006-2013) direttrice musicale dell’Ensemble InterContemporain di Parigi, il complesso fondato da Pierre Boulez. Anche per lei una sinfonia di grande repertorio, la Quarta di Beethoven. È prevista la prima italiana del Concerto per violoncello e orchestra “Ubi est Abel frater tuus?” (2010) del compositore armeno Tigran Mansurian (nato nel1939), con il violoncello solista di Mario Brunello. Sarà preceduto dalla Suite n. 2 dal balletto “Spartacus” (1955) di Aram Chacaturjan, il più celebre dei musicisti armeni. Il terzo concerto, lunedì 1 giugno, sarà diretto dal trentaduenne foggiano Nicola Marasco. Parteciperà il complesso The Swingles, nome che rimanda al celeberrimo ensemble The Swingle Singers, che nel 1968 eseguirono per primi la Sinfonia per otto voci e orchestra di Luciano Berio, che Maresco ripropone nell’occasione. Lunedì 22 giugno sarà la volta del trentottenne maestro ucraino Kirill Karabits.
Spicca la partecipazione del cornista Alessio Allegrini nel primo Concerto per corno di Strauss. Determinante la presenza del Trio di Parma nella serata di lunedì 21 settembre per l’esecuzione del Triplo Concerto di Beethoven, diretto dal loro violoncellista Enrico Bronzi, che guiderà anche la Renana di Schumann. La conclusione del ciclo, lunedì 26 ottobre, è affidata ad Antonello Manacorda, che a Venezia ha firmato la trilogia Mozart Da Ponte e che in ottobre concerterà anche Il flauto magico. Per lui, grande repertorio: Concerto per violino di Brahms (solista la tedesca tedesca Antje Weithaas) e la Grande di Schubert.
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