La donna che combatte i trafficanti

Sara Iuri è l'unica in Italia a guidare il Goa, reparto speciale della Finanza
Sara Iuri capitano della Guardia di Finanza di 33 anni
Sara Iuri capitano della Guardia di Finanza di 33 anni
VENEZIA. Colpisce la sua semplicità, l'atteggiamento di ragazza tranquilla nonostante il lavoro che fa e l'affabilità nel dialogare con gli altri. Sara Iuri, ha 33 anni, è di Udine ed è capitano della Guardia di Finanza comanda il Goa (Gruppo Operativo Antidroga) del Nucleo Provinciale di Polizia Tributaria di Venezia, il reparto di elite delle Fiamme Gialle in Veneto, nel contrasto al traffico di sostanze stupefacenti. Un bell'esempio, per celebrare questo 8 marzo.


Ascolta Vasco Rossi e Ligabue, ha letto tutto Coelho e l'ultimo film che ha visto è «Il Cigno Nero». Scampoli di vita ritagliati da un «lavoro che prende molto e lascia poco tempo. Un lavoro che posso ancora permettermi perchè non ho una famiglia, preoccupa mia madre e mi fa essere l'orgoglio di papà», racconta da dietro la sua scrivania delle caserma in Corso del Popolo il capitano Iuri. Sulla scrivania due pc, in porta penne e un blocco notes, un ufficio essenziale. «Aspetto di arredarlo visto che ho cambiato spesso ufficio e non vorrei, a breve, rifare gli scatoloni», spiega il capitano. Nella stanza ha l'armadio blindato per conservare lo stupefacente sequestrato in attesa di portarlo all'inceneritore per la distruzione. Tutto sotto controllo.


Come mai la scelta della carriera militare?
«Studiavo Economia e Commercio a Udine e mi incuriosiva l'attività di questo corpo e la vita militare. Ho deciso di partecipare al concorso e ce l'ho fatta. Dal 2001 indosso la divisa. Prima ero al comando di Verona ora sono qui. Mai avrei pensato di occuparmi di droga. Il lavoro mi piace veramente, spero mi lascino qui il più a lungo possibile».


Da quando è a Venezia, poco più di un anno fa, Sara Iuri ha sequestrato, con i suoi uomini e donne, tre quintali e ventidue chili di droga varia. Tantissima. È l'unica donna in italia a comandare un Goa, che rimane un reparto di punta delle Fiamme Gialle.


Difficile comandare questo reparto particolare e composto quasi esclusivamente da uomini?
«No, mai avuto problemi né qui né a Verona. A dire il vero, quando sono entrata in Guardia di Finanza, pensavo che avrei incontrato qualche problema, invece no. Sono molto rispettosi dei ruoli ed è un piacere lavorare con loro. Anche perché si tratta di un lavoro di gruppo dove loro possono contare su di me e io su loro».


Il suo è un lavoro che nell'imnmaginario collettivo regala forti emozioni a chi lo fa. È veramente così?
«Le scariche adrenaliniche quando ci sono, beh sono veramente forti. A me poi piace stare in strada. Si sta fuori anche per giorni dormendo solo qualche ora pur di stare sotto ai trafficanti. Quando intervieni devi essere freddo e concentrato e naturalmente poter contare sullo spirito di gruppo di tutti. Poi c'è un vantaggio essere donna: I trafficanti non sono abituati alle donne investigatrici e anche se ci notano in strada non ci fanno caso».

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