La Cultura e il Vaporetto dell'arte

L'intervento di Cristiano Chiarot, sovrintendente della fondazione Fenice, sull'idea del sindaco Orsoni di un bateau-mouche per turisti.
VENEZIA. Un’idea semplice è spesso anche un’intuizione felice, come lo è quella di organizzare a Venezia un vaporetto dell’ Arte. Le iniziative elementari infatti sono quelle che spesso rivestono forti significati. Chi ha frequentazione abituale con i mezzi pubblici della nostra città non può alle più strane richieste di informazioni che i turisti spesso rivolgono per sapere dove si trovano, quale edificio stiano vedendo, spesso confondendo un sito artistico per un altro. Né quanti si propongono attualmente come "traghettatori" tra le bellezze cittadine sono principalmente interessati all'aspetto artistico, quanto piuttosto a finalità più lucrative.


Organizzare, speriamo quanto prima, un Vaporetto dell'Arte significa operare un profondo salto di qualità nell'accoglienza del turista al quale fornire servizi (biglietteria e prenotazione) e informazioni sulla straordinaria produzione culturale di Venezia dove, sono convinto, ci sia molto bisogno di cambiare la comunicazione: occorre far sapere, e farlo percepire al più ampio numero di persone possibili, che questa città offre tantissimo, che è diversa da ogni altra al mondo e che dunque qualche disagio giustifica ampiamente la visita.


Le principali istituzioni cittadine in questo senso non potranno non impegnarsi, perché sarà questo il "nostro vaporetto". Immagino non un semplice tragitto sul Canal Grande, ma un luogo dove conoscere quello che in un determinato giorno accade in città, dove si possono avere spiegazioni e risposte a domande su argomenti culturali, ma anche, più in generale, sulla natura della città, su cosa sia, nello specifico, Venezia, magari anche con qualche informazione su chi vi abita e vi lavora, prodromo di un nuovo prossimo auspicato galateo del turista, una specie di bon ton, pur in ciabatte e pantaloncini, per far conoscere uno degli aspetti meno noti, ma non meno emozionanti: i veneziani.


E poi anche tanta musica, quella nata a Venezia, ispirata da Venezia, una grande storia anche questa, che qualcuno pretenderebbe ora di insegnarci di nuovo, ma per scopi poco culturali.


Il Vaporetto dovrebbe funzionare non solo di giorno, ma anche nelle ore serali, costruendo percorsi cultural-gastronomici di qualità. Se il Vaporetto non può non essere intrinseco all'immagine della città è dunque giusto che sia l'amministrazione comunale, cui fanno capo in maniera diretta o indiretta le principali istituzioni culturali, a controllare il progetto, mentre a tutti gli altri, Fenice in primis, va il compito di adoperarsi per farlo funzionare.


Cristiano Chiarot

Sovrintendente Fondazione Teatro La Fenice di Venezia


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