La crisi di Pellestrina. Forte morìa di cozze, raccolta dimezzata

PELLESTRINA
E’ un duro colpo per gli allevatori di cozze dell’area di Pellestrina che dopo le conseguenze del lockdown stanno vivendo una situazione drammatica e in parte insolita.
Sono circa 15 gli impianti in mare a tre miglia dalla costa che da metà agosto nella fase di raccolta delle cozze sono costretti a scartarne più della metà. Sono morte.
Dopo che questo fenomeno è capitato nella marineria di Pila nel comune di Porto Tolle a causa del mal tempo di fine agosto, così accade anche negli allevamenti a Pellestrina.
Un fenomeno verificatosi anche negli scorsi anni nei mesi estivi, quando le temperature termiche sono molto alte e la concentrazione di ossigeno disciolto nelle acque è minima portando alla morte per soffocamento delle specie in allevamento. Non però nelle proporzioni che si stanno verificando in questo periodo.
«Stiamo attendendo il riscontro delle analisi dei biologi», afferma Alessandro Faccioli di Coldiretti Impresa Pesca, «temiamo che le alte temperature dell’acqua unitamente all’avvento di acque dolci sospinte dal vento di scirocco, abbiano contribuito a stressare le cozze portandole a morire». Faccioli evidenzia che gli impianti vengono controllati costantemente dal servizio veterinario dell’Asl locale e insiste: «Quello che è accaduto è un vero e proprio dramma per la mitilicoltura che stava in questi due ultimi mesi cercando di risollevarsi». Un impianto produce circa 600 tonnellate all’anno di cozze, in questo momento ne sono state raccolte circa 200 e la fine della stagione è alle porte.
«E’ necessario trovare una soluzione, un percorso che possa portare nel minor tempo possibile ad un risarcimento dei danni per i produttori, per evitare di mettere in ginocchio un’intera categoria» conclude Alessandro Faccioli di Coldiretti Impresa Pesca. L’Italia è il maggior produttore di cozze della fascia mediterranea e anche in laguna e in Adriatico la raccolta è sempre stata particolarmente abbondante. I cambiamenti climatici in atto e il progressivo riscaldamento delle acque hanno evidentemente un’incidenza anche sulla conservazione e lo stato di salute dei molluschi. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia