La comunità chiede chiarezza sul nuovo maxi polo logistico

Partecipata assemblea in streaming del comitato locale contrario al progetto «Ancora non c’è una chiara indicazione su chi saranno i reali investitori» 

QUARTO

«La realtà di Quarto d’Altino sarà tra i paesi investiti in maniera più pesante da quest’iniziativa». Contro il maxi polo logistico che dovrebbe sorgere a Casale, proprio al confine con il territorio di Quarto, si mobilita anche la comunità altinate. Ieri si è svolta la prima assemblea rivolta ai cittadini di Quarto organizzata dal comitato “No maxi polo logistico”, costituito già da alcuni mesi da semplici cittadini e associazioni ambientaliste. Causa maltempo, l’assemblea si è svolta in streaming, registrando una buona partecipazione: circa 130 cittadini collegati. «Per problemi legati alla pandemia non siamo riusciti a proporre prima l’assemblea, ma ci impegneremo a creare delle occasioni di confronto in presenza a Quarto, dove c’è molto bisogno di informare la cittadinanza», ha detto Marco Simionato. Fabio Tullio (Legambiente) ha tracciato la mappa delle criticità legate al progetto: consumo di suolo, traffico e inquinamento atmosferico, qualità del lavoro, iter burocratico poco partecipato. Ma soprattutto ha posto l’accento sulla necessità di capire chi siano gli investitori.

Se per l’intervento analogo previsto a Roncade-Meolo è già uscito allo scoperto Amazon, per il polo logistico di Casale (per cui pure si è era parlato in passato anche di Amazon) non c’è invece ancora una chiara indicazione. Anzi, come ha ricordato Simionato, la destinazione d’uso resta vaga: si parla di logistica, ma anche di attività artigianali e industriali. «L’attendibilità dello studio sulla viabilità è compromessa da quest’incertezza sulla destinazione», ha aggiunto Simionato, «che lo studio viabilistico sia inadeguato lo dice bene anche l’Arpav. È certo comunque che ci sarà un aumento di traffico». Le cui ricadute, oltre che sulla viabilità ordinaria, interesseranno l’autostrada e la tangenziale di Mestre.

Simionato ha ricordato che il progetto interesserà un’area, al confine tra i due Comuni e vicina all’autostrada, di 502.219 metri quadrati di superficie, di cui 332 mila saranno impermeabilizzati, in quanto ospiteranno i tre capannoni, ma anche i parcheggi. «Vale a dire un’area come circa 82 campi da calcio», ha aggiunto Simionato. Filippo Tonion ha fatto il punto dell’iter dell’intervento, che di recente ha subito uno stop per la decisione dell’assoggettabilità alla procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas). Dopo aver ripercorso la storia del progetto, Romeo Scarpa (Italia Nostra) ha sottolineato che il progetto sorgerà ad appena 250 metri dal sito naturalistico di importanza comunitaria di San Michele Vecchio di Quarto. «L’ansa del Sile di San Michele Vecchio», ha ricordato Scarpa, «è una zona che per l’Unione Europea andrebbe tutelata. Dovrebbe essere una zona di pregio da salvare, invece è già interessata dall’autostrada». —



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