La collezione di vetri Moretti arricchisce il museo di Murano

Firmato l’accordo con la famiglia degli storici vetrai al Comune: «Orgogliosi di questo gesto» Si tratta di 453 recipienti e dodici dipinti, per un valore complessivo di 1,3 milioni di euro 

la donazione

Vera Mantengoli

Aveva 18 anni Giovanni Moretti quando accettò la proposta del fratello Carlo di lavorare con lui nella vetreria industriale del padre Ulderico a Murano. Quel sì cambiò la storia del vetro, dell’isola e del Museo del Vetro. Ieri il sindaco Brugnaro ha ufficialmente firmato la donazione al Museo di 453 opere in vetro, 12 quadri, un pannello di catalogo di perle vitree e due cannette di vetro della collezione Cappellin per un valore totale di oltre un milione e trecentomila euro, appartenenti alla ditta Carlo Moretti srl.

«Abbiamo finalmente esaudito il desiderio di mio marito» ricorda la moglie di Giovanni Maria Roberta Rinaldi Moretti, presente con Bruna Mateotti Moretti. «Ci teneva tantissimo che diventassero pubbliche come aveva più volte detto alla nipote Marta. Siamo felici che verranno esposte qui, nel secondo museo più visitato dopo Palazzo Ducale».

Per adesso sono una dozzina i vetri esposti in una teca nella sala dei maestri del Novecento, ma quando sarà ultimato l’ultimo padiglione del Museo a fine 2021, i lavori dei fratelli Carlo e Giovanni verranno esposti tutto l’anno, a rotazione. Adesso si possono comunque ammirare gli storici bicchieri, un vaso e un vassoio ispirati ai colori del tramonto in laguna. La donazione rappresenta anche un modo per valorizzare l’isola. «Dobbiamo essere orgogliosi di questa donazione» ha detto il sindaco. «Conosco le opere dei fratelli Moretti. Voi siete i primi a donare al pubblico una collezione così importante e ne siamo onorati».

La direttrice dei Musei Civici Gabriella Belli ha sottolineato l’importanza di acquisire una donazione di maestri del Novecento perché «oggi le persone sono sempre più orientate a scegliere i pezzi contemporanei».

I fratelli Moretti sono stati i primi a cambiare la comunicazione del vetro. Se prima si era abituati al vetro artistico che riprendeva motivi classici, con Carlo e Giovanni viene introdotto il concetto di vetro come oggetto di design. «Carlo disegnava sempre e, dopo la sua morte, anche Giovanni» ricordano le mogli. «Avevano sempre tante idee in testa, in ogni momento, come il bicchiere Cartoccio che si ispirava alla forma del cartoccio con il mangime che si dava ai piccioni in Piazza, una volta». Carlo stava studiando Legge, ma lascerà gli studi per dedicarsi completamente al vetro, così come il fratello Giovanni, ragioniere, che non amava molto la scuola e che troverà la sua strada nel vetro. Oggi le loro opere sono in 25 Musei di arte moderna in tutto il mondo.

La donazione si inserisce anche in un contesto di sfida sul futuro dell’isola come dimostra la graduatoria Erp pubblicata oggi per i 46 appartamenti rivolti ad under 40, in particolare a chi ha lavoro a Murano e figli. Altri 16 come social housing sono in costruzione. «Il cantiere era fermo da decenni» ha detto l’assessore alle Politiche sociali Simone Venturini. —

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