La città piange l’ex soprintendente galantuomo

Prima assessore, poi le fiamme della Fenice e la Biennale Baratta: «Gratitudine per la saggezza dei suoi consigli»
Di Mitia Chiarin

Se ne è andato a 77 anni, dopo una malattia che ha combattuto con tenacia.

Con Gianfranco Pontel se ne va un altro pezzo della storia politica veneziana degli anni Ottanta e Novanta.

Avvocato, nato in una modesta famiglia veneziana, prima socialdemocratico poi socialista, fu più volte consigliere comunale e assessore. Non riuscì mai ad arrivare in parlamento ma fu lunga la sua carriera in laguna. Fu vicepresidente della Biennale fino al 1988 poi dal 1993 al 1997 sovrintendente del teatro La Fenice; dal marzo 1997 segretario generale de La Biennale e fino all’aprile 2002 direttore dell’Asac. Nel suo curriculum anche la presidenza di Assonautica (era un grande appassionato di mare) e incarichi in camera di commercio.

Pontel viveva con la compagna Bianca Scarpa in via Cappuccina a Mestre. Lascia anche una figlia, Rossella.

I funerali, con rito laico, venerdì alle 10 nel chiostro del cimitero di Venezia.

Un messaggio di cordoglio alla famiglia, a nome del Comune di Venezia, è stato inviato dal vicesindaco, Sandro Simionato. «Una vita interamente spesa per amministrare la sua Venezia, con capacità e senso del dovere, nella logica che chi ha talenti per farlo deve spendersi fino in fondo anche per gestire la cosa pubblica. Senza interessi di parte, animato dalla logica del buon padre di famiglia».

«La sua città non ha saputo valorizzarlo come avrebbe meritato. E questo è giusto oggi riconoscerlo, ed io per primo, con rimpianto e amara sincerità», dice Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia in un commosso ricordo (vedi a fianco, ndr). I rapporti non furono sempre idilliaci tra i due. Lo ricorda Giovanni Giordani, segretario Psi. «Quando mandammo a casa l’allora sindaco Ugo Bergamo lui diventò anti-cacciariano e da allora si interrumpero i rapporti politici. Era il 1992. Ma non si sono interrotti i rapporti di amicizia».

Cacciari e Pontel si ritrovarono, fianco a fianco a gestire, il primo da sindaco, il secondo da sovrintendente della Fenice il dramma dell’incendio del teatro, nel 1996, e il processo da cui vennero poi assolti.

Paolo Baratta, a nome della Biennale, ricorda «con particolare affetto Gianfranco Pontel, che fu coordinatore generale in un momento di cambiamenti e poi responsabile dell’Asac» ed esprime «gratitudine per aver contribuito in quel periodo, anche con la saggezza e i suggerimenti dati, a individuare le nuove vie per la Biennale». L’assessore regionale Renato Chisso lo ricorda così: «La città perde una persona seria, posata, un tecnico di valore, che ha sempre avuto a cuore i destini della città. Io perdo un caro amico».

Cristiano Chiarot, sovrintendente della Fenice: «Pontel è stato alla Fenice in un periodo problematico, coinciso con il rogo del teatro. Con lui ci fu lo scatto di orgoglio che portò a riaprire l’attività al PalaFenice. Lui amava molto la Fenice e lo ha sempre frequentato. Durante la sua gestione con il maestro Siciliani il teatro vinse il prestigioso premio Abbiati. Lo ricordiamo tutti con grande affetto».

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