La bussola per il futuro

Il compleanno di un giornale non è semplicemente un’occasione di festa per chi ne fa parte. E’ molto di più. E’ un’opportunità per riflettere su come sono cambiate le nostre vite, su come si è evoluto il contesto sociale di cui facciamo parte.
Quando poi un quotidiano – è il caso de La Nuova di Venezia e Mestre, oggi al traguardo dei 40 anni – è inserito così profondamente all’interno di un territorio, la ricorrenza diventa il momento in cui fermarsi a osservarne con ancora più cura le trasformazioni, a valutare se le speranze e i timori coltivati in passato hanno poi preso forma concreta.
E’ un esercizio utile, per nulla accademico e che va fatto insieme, la redazione con i suoi lettori, perché un giornale non è un osservatore esterno rispetto alla comunità cui si rivolge, ne fa parte, respira con essa, la ascolta, raccoglie e racconta i fatti e i sentimenti che la attraversano.
Noi crediamo fortemente in questo dialogo, e non soltanto perché rispetto a 40 anni fa la tecnologia ha rivoluzionato il rapporto tra giornale e lettori: era sostanzialmente una strada a senso unico, il giornale comunicava e il lettore riceveva, in pratica c’erano quasi unicamente le lettere alla redazione a creare l’occasione di un confronto, mentre ora è un’autostrada a doppio senso, sulla quale si viaggia a tutte le ore: grazie alle piattaforme digitali produciamo continuamente contenuti e con altrettanta tempestività riceviamo commenti, segnalazioni, stimoli.
Questo ha certamente contribuito ad aumentare la vivacità del rapporto, ma non a modificare i principi con i quali affrontiamo il nostro lavoro: cioè osservare, cercare, capire, verificare e controllare ogni notizia. Lo facciamo in un contesto sempre più complesso, vista la grande mole di comunicazioni – spesso false o imprecise – che affolla le nostre giornate, ma anche sorretti da una granitica consapevolezza. Cioè che i nostri continui sforzi per offrire una informazione di qualità rappresentano la migliore conferma dell’utilità dei giornali e del ruolo di bussola capace di guidarci in tempi davvero complessi.
Ciò è particolarmente vero per una realtà come quella di Venezia, un territorio mai banale, che ha visto in questi 40 anni numerosi cambiamenti, sociali, politici, economici, culturali. Raccontare ogni giorno Venezia, dal centro storico alla terraferma, vuol dire raccontare un simbolo dell’Italia: servono impegno e passione, ingredienti che i nostri giornalisti usano ogni giorno e per questo va a loro il mio ringraziamento.
Chi vive qui ha visto queste trasformazioni anche attraverso le pagine del nostro giornale e il processo continua, anzi vive proprio in questo periodo una fase delicata. Nell’inserto al centro del giornale trovate una serie di importanti interventi che ragionano di questo e che hanno come filo conduttore le tante e articolate geografie che compongono questa parte d’Italia. Ma siamo pronti ad accogliere anche i vostri suggerimenti, le vostre idee, perché il giornale è una casa aperta.
Lo sforzo è capire quali scenari ci aspettano, quali sono i possibili orizzonti per una crescita collettiva. Questo giornale lo fa da 40 anni e da poco meno di uno sotto le insegne di un nuovo gruppo editoriale – Nem, Nord Est multimedia – che ha scelto di puntare sull’informazione perché la ritiene un’infrastruttura fondamentale di una comunità.
Festeggiamo i nostri primi quarant’anni consci di questa responsabilità, con la volontà di essere sempre dalla parte dei lettori e di dimostrare che una buona informazione aiuta tutti noi a essere cittadini più consapevoli e preparati.
Buona lettura. E auguri a tutti.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia