La battaglia di Beppino Englaro è il faro per tante famiglie

Nove febbraio 2009. È la data in cui Eluana Englaro è morta dopo 17 anni di coma vegetativo ed una lunghissima battaglia giudiziaria che ha scosso l’Italia intera. Otto anni dopo la storia si ripete....
Nove febbraio 2009. È la data in cui Eluana Englaro è morta dopo 17 anni di coma vegetativo ed una lunghissima battaglia giudiziaria che ha scosso l’Italia intera. Otto anni dopo la storia si ripete. Per ottenere dai medici la sospensione di alimentazione e l’idratazione artificiale, che tenevano in vita Eluana Englaro, anche lei vittima di un incidente stradale, la famiglia ha dovuto affrontare non solo quei 17 anni di convivenza con una figlia incapace di muovere un dito, sorridere e parlare, ma anche undici anni di processi scanditi da quindici sentenze della magistratura italiana e una della Corte Europea e una strenua opposizione sia del governo all’epoca in carico che delle organizzazioni cattoliche.


Una vicenda che però ha scosso le coscienze di molti portando a parlare apertamente di fine vita, eutanasia e testamento biologico dove lasciare le proprie volontà in caso di incapacità di poter comunicare da soli con i medici che curano pazienti gravi. «Ci sono battaglie che nessuno conduce al posto delle famiglie, una decisione dall’alto non arriva, non ci sono medici, non ci sono giudici, non c’è nessuno che si muove se non c’è qualcuno che innesca la discussione », ha detto Giuseppe Englaro, il battagliero padre di Eluana, commentando l’appello del padre di Mestre che chiede di liberare sua figlia Elisa dalla sua attuale situazione.
(m.ch.)


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