L’8 Marzo la scuola scende in piazza: «Rumore per Giulia e per tutte le altre»
Le manifestazioni in programma per la Giornata internazionale della donna: studentesse e studenti in prima linea per la parità dei diritti

L’8 Marzo, ma anche «lotto marzo», lo slogan usato dai collettivi femministi perché i diritti delle donne, l’emancipazione e il contrasto alla violenza di genere sono ancora una battaglia, da portare avanti non solo l’8, non solo a marzo, ma tutti i giorni, come fanno presente associazioni e collettivi.
L’8 marzo non sarà solo un giorno di festa, ma anche un giorno di sciopero transfemminista contro tutte quelle forme di violenza patriarcale che continuano a verificarsi e, soprattutto i giovani, continuano a denunciare. Sciopero che arriverà in campo Santa Margherita, alle 15.30, con il movimento Non Una Di Meno che ha organizzato un incontro con le operatrici del centro antiviolenza della cooperativa Iside. Al termine del dibattito, alle 17.30, partirà il corteo a cui hanno aderito diverse realtà cittadine, dal collettivo universitario Liberi Saperi Critici (Lisc) al Morion, ma anche il collettivo Artemisia della Riviera del Brenta.
Una manifestazione all’insegna della rabbia, la stessa che aveva contraddistinto i cortei per il 25 novembre, giornata contro la violenza di genere. Anche allora, i collettivi, avevano chiesto come avrebbero potuto non provarla, davanti ai tanti femminicidi, bollettino di una guerra in cui tutte si sentono coinvolte, perché ogni violenza subita da una donna è sempre un messaggio per tutte le altre, a cui viene ricordata la propria vulnerabilità e l’impossibilità di essere libere e sole.
Si farà rumore, quindi, come chiedeva Elena Cecchettin l’indomani dell’uccisione di sua sorella. Si farà rumore per Giulia, per Vanessa Ballan, per Sara Buratin e per tutte le altre. Ma anche per tutti, perché ciò che i movimenti ribadiscono è il fatto che la violenza di genere sia un problema degli uomini.
L’altra rivendicazione è quella dell’introduzione dell’educazione sessuale nelle aule scolastiche,come chiedono gli studenti medi che hanno organizzato per venerdì mattina, alle 9, un corteo partendo da piazzale Cialdini, a Mestre. «A scuola dovremmo imparare come amare ed essere amati, parlando di affettività, consenso e gestione delle emozioni» spiega il Coordinamento degli studenti medi. Alle 18, poi, dalla stazione di Mestre, partirà il corteo organizzato dai giovani del Laboratorio climatico Pandora.
All’istituto alberghiero “Andrea Barbarigo”, a Venezia, venerdì si terrà la terza edizione del Premio Donna, che dà voce a tre donne della stessa famiglia del territorio veneziano che si sono distinte nel campo lavorativo, culturale e sociale. Durante la cerimonia la Dirigente scolastica Rachele Scandella consegnerà il Premio Donna Junior 2024 a tre meritevoli studentesse.
Sono sempre gli studenti, stavolta dello Iuav, ad aver organizzato la mostra “Primavera di rumore. L’8 marzo parte dall’università”, che verrà inaugurata giovedì alle 17 nell’aula Gradoni della biblioteca Tolentini. Sarà l’occasione per parlare di emancipazione, femminismi ed emarginazione sociale partendo dai libri Sorella outsider di Audre Lorde e Elogio del margine di bell hooks.
La mostra, che vedrà esposte le opere degli universitari, partirà dalla rielaborazione critica studentesca dei temi legati all’oppressione e all’emancipazione e vuole segnare l’inizio di questa primavera, anche culturale. «La mostra nasce per riflettere su ciò che è accaduto lo scorso novembre: cosa ha voluto dire fare un minuto di rumore per Giulia e per tutte? È finita la rabbia là la rabbia e la lotta, lo sdegno che abbiamo provato o no?» chiedono e si chiedono gli studenti, augurandosi che l’esposizione segni l’inizio non solo della primavera sul calendario, ma anche di una tutta culturale, sbocciata, forse, già in autunno, quando cortei straripanti si sono riversati per le strade di tutt’Italia, in seguito al femminicidio di Giulia Cecchettin.
Scuotevano le chiavi verso il cielo, allora, i manifestanti. Le chiavi di casa, quelle che il più delle volte il femminicida ha in tasca e le stesse che le ragazze stringono nel pugno quando tornano a casa da sole la sera. Nessuno gliel’ha insegnato, ma hanno scoperto di farlo tutte. E le agiteranno, anche l’8 marzo, perché sono stanche di stringerle, stanche di aver paura.
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