Jesolo, intercettati due baby spacciatori: il papà arriva e picchia tre agenti

I minori fermati per un controllo la scorsa notte: uno è scappato, l’altro è stato trovato con hashish. Prognosi di 7 giorni per il poliziotto più grave, di tre giorni per altri due colleghi

Il controllo a Jesolo sui due baby spacciatori
Il controllo a Jesolo sui due baby spacciatori

Giovanni Cagnassi / jesolo

La polizia ferma suo figlio con la droga, il padre arriva a aggredisce gli agenti in servizio al lido. Un arresto e una denuncia a piede libero di minore a Jesolo. La scorsa notte, nei pressi di piazza Milano, scene di guerriglia urbana in una Jesolo semideserta e sferzata dal gelido vento di mare.

In servizio con la volante, la dirigente del commissariato di Jesolo, dottoressa Serena Casagrande con gli agenti che hanno passato al setaccio il litorale dove ancora si aggirano molti pusher contattati dai clienti che in città non mancano mai. Giunti nella zona di via Annone, stradina buia e desolata, poco distante da piazza Milano, hanno notato due ragazzini sospetti, entrambi minori, di origine tunisina. Con il sospetto che potessero essere due baby spacciatori, li hanno controllati sul posto.

Uno era particolarmente nervoso ed è scappato poco dopo che gli agenti lo hanno fermato. I poliziotti lo hanno subito raggiunto e bloccato. Il giovane, 16enne tunisino, aveva poco prima lanciato un involucro di cellophane con 13 grammi di hashish che gli agenti hanno recuperato. Un tentativo disperato di disfarsi della droga prima di essere acciuffato, anche se gli agenti esperti lo avevano notato. Il giovane ha poi chiamato il padre, 47enne tunisino residente nel territorio di Musile, il quale è sopraggiunto poco dopo e ha perso totalmente il controllo lanciandosi in una sfuriata di rara violenza.

Una volta arrivato in via Annone, ha visto il figlio chiuso nell’auto della polizia di Stato ed è esploso in una rabbia davvero incontrollabile. Nel frattempo, la dirigente del commissariato aveva già sollecitato l’intervento di una seconda volante a sostegno della operazione antidroga, intuendo la necessità di rinforzi. Il 47enne tunisino ha iniziato a sfidare apertamente i poliziotti del commissariato, sferrando poco dopo pugni e calci che sono andati a segno.

I poliziotti hanno allora utilizzato lo spray in dotazione e lo hanno immobilizzato. Ci sono voluti tre agenti della polizia di Stato per bloccarlo. Ma lui, una volta chiuso nell’auto, ha iniziato a sbattere testa contro il vetro di protezione in plexiglass, gridando a più non posso.

È stato, pertanto, arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Due degli agenti sono ricorsi alle cure mediche dopo l’aggressione subita e hanno avuto 5 giorni di prognosi, mentre il terzo addirittura 7 giorni di prognosi. Ieri mattina è stato processato per direttissima al Tribunale di Venezia (difeso dall’avvocato marco Borella): il giudice Germani ha convalidato l’arresto e disposto la liberazione, dando al contempo il nulla osta per l’espulsione che è stata subito richiesta dal commissariato di Jesolo che già, in alternativa, aveva pronto il foglio di via obbligatorio da Jesolo per 4 anni. Il figlio ancora minorenne è stato invece denunciato a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale e spaccio. Entrambi, padre e figlio, hanno numerosi precedenti. L’attività di prevenzione e presidio del territorio da parte delle forze dell’ordine non si ferma e, anzi, viene potenziata durante il fine settimana. —

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