Il dramma della mamma del bimbo intrappolato nell’auto finita nel fiume: «Mio figlio sta lottando, ora solo preghiere»

Le parole della mamma del bimbo di 5 anni, rimasto intrappolato nell’auto piombata nelle acque del Sile il 10 agosto a Jesolo

Giovanni Cagnassi
Un'immagine del terribile incidente in cui è rimasto coinvolto il bambino di 5 anni a Jesolo
Un'immagine del terribile incidente in cui è rimasto coinvolto il bambino di 5 anni a Jesolo

«Mio figlio lotta ancora tra la vita e la morte, adesso è il momento di pregare per lui senza dire altro».

La mamma del bimbo di 5 anni, piombato nelle acque del Sile e intrappolato nell’abitacolo dell’auto uscita di strada il 10 agosto in via Riviera Piave Vecchio, da allora è nel reparto di pediatria all’ospedale di Padova e vive un dolore immenso tutti i giorni che passano. È ancora vivo, pur in gravissime condizioni, ed è stato risvegliato dal coma.

«Non è il momento, questo», dice con voce ferma, «di parlare di quello che è successo, ma solo di pregare».

La 37enne cittadina moldava, residente a Favaro Veneto, era alla guida della sua auto Daewoo Kalos domenica 10 agosto quando, intorno alle 13 stava percorrendo la strada regionale 43 del mare, via Adriatico, alle porte di Jesolo Paese.

A bordo della utilitaria c’erano la figlia 12enne, seduta davanti accanto a lei, e il figlio di 5 anni, seduto dietro e legato con la cintura di sicurezza.

La donna ha imboccato via Riviera Piave Vecchio, che collega all’Iper Tosano e poi al centro storico di Jesolo, quando avrebbe tentato un’inversione di marcia, forse per tornare su via Adriatico e proseguire poi per il lido.

Si è allargata nello spiazzo in ghiaia a destra, ma ha superato il lembo arginale primo di protezioni per poi piombare nel Sile.

Lei e la figlia più grande sono riuscite a uscire subito dall’abitacolo, non il piccolo legato dalla cintura al sedile.

Tre uomini, poi premiati con encomio dal sindaco di Jesolo, Christofer De Zotti, si sono tuffati per cercare di salvarlo: un cuoco tunisino che lavora a Mestre, un turista tedesco e uno veronese.

Non sono riusciti purtroppo a raggiungere l’auto subito inabissata a circa sei metri di profondità, ma hanno poi aiutato i pompieri e i sommozzatori dei vigili del fuoco a individuare il punto esatto.

I sommozzatori hanno reciso la cintura e lo hanno estratto ancora vivo, ma colpito da grave anossia, dopo circa 20 minuti.

La mancanza di ossigeno al cervello ha portato al coma e al trasferimento d’urgenza all’ospedale di Padova, rianimazione pediatrica, dove è ancora ricoverato in gravi condizioni.

La polizia locale di Jesolo, intervenuta sul posto, ha trasmesso tutti gli atti in procura.

Gli accertamenti sono stati per lesioni gravi stradali nei confronti della donna che è stata iscritta nel registro degli indagati.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia