Iva non dovuta sulla Tia, Veritas la rimborsa poi la ricarica in bolletta

Scelta dell’azienda in attesa che paghi l’Agenzia delle Entrate Circa 84 milioni di euro la quota non dovuta sulla tassa rifiuti
Interpress/Mazzega Venezia, 05.10.2016.- Veritas Dorsoduro, iniziata la raccolta rifiuti "porta a porta".- Nella foto dalle 6,30 all3e 8,30 l'utenza porta i rifiuti direttamente alla barca.-
Interpress/Mazzega Venezia, 05.10.2016.- Veritas Dorsoduro, iniziata la raccolta rifiuti "porta a porta".- Nella foto dalle 6,30 all3e 8,30 l'utenza porta i rifiuti direttamente alla barca.-

VENEZIA. Veritas sta iniziando a rimborsare chi si è rivolto al giudice di pace e ha ottenuto una sentenza favorevole sull’ormai annosa questione dell’Iva sulla Tia - la Tassa sui rifiuti - fatta pagare agli utenti e invece non dovuta, secondo quanto stabilito dalla Corte Costituzionale e anche dalla Corte di Cassazione.

Ma contemporaneamente annuncia che “spalmerà” in bolletta, a carico di tutti gli utenti dell’area veneziana, non solo dei ricorrenti, i costi dei rimborsi e delle spese legali che ha dovuto sostenere in giudizio. Questo almeno fino a quando l’Agenzia delle Entrate - e cioè lo Stato - che ha incassato effettivamente quell’imposta, visto che Veritas l’ha semplicemente “girata” - non trasferirà all’azienda di multiservizi ambientali il corrispettivo da girare agli utenti veneziani. Si tratterebbe, secondo le stime di Veritas, di circa 84 milioni di euro di Iva non dovuta e invece “caricata” in bolletta a tutti gli utenti veneziani - e italiani - dal 2008 al 2012, prima che l’esazione venisse dichiarata illegittima.

«La questione dei rimborsi dell’Iva sulla Tia è più complessa - si legge infatti in una nota dell’azienda - di quanto hanno dichiarato e dichiarino avvocati, commercialisti, associazioni di consumatori, consiglieri comunali e cittadini coinvolti. Stanno infatti arrivando ulteriori sentenze dei giudici di pace che impongono a Veritas di rendere l’Iva alle utenze domestiche che hanno presentato ricorso per ottenere il rimborso dell’imposta versata negli anni scorsi sulla Tia, la tariffa che sei anni fa è stata sostituita dalla Tari/Tarip, attualmente in vigore. Le utenze non domestiche non possono chiederne il rimborso, dal momento che hanno già portato l’Iva in detrazione, come più volte sentenziato in vari gradi di giudizio. Come a tutti noto, Veritas ha esclusivamente incassato l’Iva per conto dello Stato, senza trattenerla, per poi riversarla all’Erario. Dunque, l’azienda non ha in cassa i soldi dell’Iva a suo tempo correttamente applicata sulle bollette, come più volte ribadito dallo Stato, con due circolari del ministero delle Finanze e due risoluzioni dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre, su precisa richiesta di Veritas, l’interpretazione è stata confermata dalla Direzione centrale normativa e dalla Direzione provinciale di Venezia - Ufficio territoriale Venezia2 che il 27 gennaio 2015 ha scritto che “l’applicazione dell’Iva alla Tia è legittima”. Anche per questo Veritas ha chiesto e continua a chiedere all’Agenzia delle Entrate il saldo di quanto rimborsato agli utenti, aggiungendo quindi ulteriori contenziosi (e costi a carico di tutta la collettività) a quelli già in atto. È dunque importante che i cittadini sappiano che i costi delle cause e dei relativi rimborsi (a cui Veritas dà corso esclusivamente dopo sentenze della magistratura) e del contenzioso con l’Agenzia delle Entrate finiscono per essere a carico della collettività, all’interno dei piani finanziari della Tari/Tarip di ciascun Comune. Quindi, chi ha ricevuto un rimborso si troverà a doverlo restituire per quota parte con le bollette. Ugualmente, i cittadini che invece non hanno presentato ricorso (quindi non sono stati rimborsati), troveranno nelle loro bollette anche una quota di quanto assegnato dai giudici ai ricorrenti». Sono circa trecento finora le azioni giudiziare mosse da cittadini direttamente o tramite associazioni per ottenere i rimborsi. A pagare, così, con la scelta di “caricare” rimborsi e spese sulle bollette, a pagare saranno intanto due volte gli utenti, in attesa che Veritas riesca a farsi restituire dall’Agenzia delle Entrate la quota dell’Iva dovuta, su cui lo Stato, di fatto, fa orecchie da mercante. —
 

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