Iuav, la sfida di Fregolent al Rettorato «Una nuova città a misura di studenti»

La docente di urbanistica presenta il proprio programma: «Serve una visione diversa e un rapporto con le istituzioni»



Potrebbe diventare la prima rettrice della storia dell’Università Iuav di Venezia, fondata nel 1926.

Parliamo della professoressa di Tecnica e pianificazione urbanistica Laura Fregolent, attualmente docente di Analisi urbana e territoriale e direttrice della Sezione coordinamento della ricerca. Nata nel Trevigiano 54 anni fa, Fregolent abita a Venezia da quando era studentessa e conosce molto bene la città. Oltre a lei per adesso è sceso in campo il collega Benno Albrecht, ma potrebbero farsi avanti altri professori, come Ezio Micelli.

Quando ha preso la decisione di candidarsi ?

«L’ha decisione l’ho presa negli ultimi mesi. Molte persone provenienti da ambiti diversi mi hanno sollecitata a pensare seriamente di candidarmi. Ho iniziato a parlare singolarmente con tutta la comunità Iuav per costruire un programma che è in corso. Mi sembrava molto importante ascoltare chi lavora per provare a mettere in fila degli obiettivi perché se fossi eletta devo essere la rettrice di tutti».

Quali sono gli obiettivi?

«Per ora sono tracce da sviluppare. La prima è la sfida di tenere insieme un’offerta vasta e articolata come quella che abbiamo. Iuav è un’università pluridentitaria anche se architettura, ci tengo a dirlo, rimane il cuore dell’ateneo e la matrice fortissima. Una seconda questione è avere una visione sulla contemporaneità, quindi relazioni con la città e le istituzioni politiche e culturali. Iuav ha un rapporto inscindibile con Venezia sia sul piano materiale che su quello immateriale. Parole come restauro, heritage, ambiente e sviluppo per chi abita a Venezia sono parte del linguaggio della città, così come per Iuav. Un terzo punto è quello di liberare energie interne. Iuav dispone di un patrimonio di conoscenze su diversi livelli dall’architettura all’arte, passando per design, moda e teatro. L’università quindi deve essere un luogo che dà opportunità e trasversalità di competenze perché questa è la nostra forza».

Lei ha coordinato molti progetti su Venezia. Qual è il rapporto con la città?

«Non solo abito a Venezia, ma la vivo da quando ero studentessa. Il ruolo dell’università in una città è quello di soggetto attivo che lavora per la città. Venezia ha bisogno di pensare alla residenzialità, un tema che riguarda anche molti studenti che potrebbero fermarsi per stabilirsi qui, portando energie creative e una nuova popolazione dinamica. Su questo punto bisogna lavorare molto con soggetti pubblici e privati per dare più possibilità».

Continuità o discontinuità rispetto a Ferlenga?

«Proprio nel rettorato di Ferlenga sono stata nominata direttrice della sezione coordinamento ricerca e senatrice, quindi ruoli di governo e gestione dell’ateneo. Non mi ritrovo nella parola discontinuità, ma credo che chi prende le redini di un’università debba sempre proporre una visione nuova. Per adesso sto sviluppando le tracce che ho raccontato, ma un altro punto importante riguarderà la gestione degli spazi. C’è bisogno di avere un futuro per la città e credo vada costruito insieme a tutti».

Lei sarebbe la prima donna rettrice. Crede che una donna possa dare un contributo diverso?

«Tra chi mi ha sollecitata a candidarmi ho sentito più volte una certa curiosità nei confronti di come potrebbe essere una gestione femminile dell’ateneo. Credo che non sia una questione di quote rosa, ma di un cambiamento che sta interessando l’intera società. Credo davvero che la dimensione dell’ascolto e della cura appartengano non necessariamente a una donna, ma a una sensibilità femminile». —

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