Isola dell’Aleghero discarica a cielo aperto «Un vero scempio»

CHIOGGIA
L’isola dell’Aleghero, dal nome del canale, la famosa lingua di barena che sorge di fronte a Val da Rio, sulla quale l’ex sindaco Giuseppe Casson voleva costruire il nuovo mercato ittico e che venne denominata dalle opposizioni “l’isola che non c’è” , è una vera e propria discarica a cielo aperto. Sulla piccola isoletta deserta, che affiora dalla laguna, i volontari del “Progetto Laguna Pulita” domenica scorsa hanno trovato davvero di tutto: vecchi mobili accatastati, reti per i letti, sedie rotte e, soprattutto, tanta plastica, come ceste o retine per molluschi.
In poche ore sono stati raccolti dai volontari e portati in terraferma più di 300 sacchi strapieni di immondizie, per un peso complessivo di oltre una tonnellata di “scoasse” raccolte, che hanno impiegato in almeno dieci giri di carico e scarico le imbarcazioni dei volontari. «Non è possibile» commenta Nino Gobbetti, che ha postato i video della raccolta sui social, «che esista una schifezza del genere. L’isola dell’Aleghero è ricoperta di tantissimi rifiuti, un vera scempio. Chi commette queste cose si dovrebbe vergognare, addirittura, secondo me, dovrebbe essere condannato per crimini contro l’umanità. E non si capisce perché si preferisca inquinare in questo modo, anziché chiamare Veritas che addirittura, con una semplice telefonata, ti viene a prendere le immondizie ingombranti sotto casa. Abbiamo trovato sedie che non arrivano dal mare ma che sono state deliberatamente abbandonate, assieme ad armadi e letti da gente che non rispetta l’ambiente in cui vive. Potremmo parlare di tante altre cose, ma fino a quando non cambiera la coscienza della gente, il traguardo resterà sempre troppo lontano». —
DANIELE ZENNARO
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