Interporto, salta l’offerta fatta da Gabriele Volpi

Il mancato assenso di due creditori fa venir meno l’accordo stipulato mesi fa  Ma l’imprenditore ligure annuncia una nuova proposta da sottoporre alle banche

MARGHERA. Sembrava tutto fatto e a posto, il Centro intermodale Adriatico (Cia) in concordato fallimentare – che ha continuano ad operare attraverso una “bad company” appositamente costituita (Tia ) – doveva essere rilevato per 69 milioni di euro dalla “Orlean Invest Holding ltd” dell’imprenditore ligure Gabriele Volpi, ovvero la società che aveva sottoscritto i contratti preliminari per l’acquisto degli asset di Cia e di altre due società del Gruppo De Vecchi, Interporto spa e Sonora.

Ma proprio la Orlean Invest Holding ha comunicato ieri che «a seguito del mancato assenso da parte di due creditori ipotecari bancari alla cessione a favore di Orlean del credito vantato verso Interporto, nei termini contrattualmente stabiliti, si è verificata la condizione risolutiva prevista nei contratti sottoscritti con Cia, Interporto e Sonora e che pertanto la cessione degli asset non potrà avere corso». La comunicazione ha messo subito sull’allarme i circa 60 dipendenti dell’ex Cia (ora Tia), che ora tempo di tornare al punto di partenza e di dover affrontare il fallimento dell’azienda. Ma non tutto sembra perduto. I “liquidatori giudiziali” Umberto Lago e Roberto Reboni hanno fatto sapere che «sono attualmente in corso approfondimenti con le banche creditrici che non avrebbero espresso il proprio assenso al perfezionamento dell’operazione». Oltretutto, aggiungono i liquidatori «Orlean Invest Holdingha ha successivamente comunicato che, seppur alla data del “closing” non si sono verificate le condizioni per procedere all’esecuzione dell’operazione, permane il suo interesse all’acquisizione dell’ex Cia e della società collegate e per questo sta valutando la sussistenza delle condizioni per formulare un’eventuale nuova offerta alle banche creditrici».

Se questa «offerta vincolante dovesse pervenire nei prossimi giorni, così come eventuali diverse offerte vincolanti di altri soggetti interessati all’Interporto veneziano che già in questi giorni si sono manifestati», i liquidatori hanno già detto che procederanno a valutarne con la massima attenzione e tempestività «il contenuto della nuova offerta assumendo le dovute iniziative nel rispetto delle norme applicabili per l’esecuzione dei piani concordatari omologati». Il gruppo di De Vecchi, oltre che dell’Interporto di Venezia e del Centro intermodale adriatico (Cia) era proprietario di altre 5 società nel settore portuale di Marghera, gravate da circa 130 milioni di euro di debiti. De Vecchi è ancora proprietario di due società, di altre aree in zona e anche a Ca’ Della Nave a Martellago.

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