Inquinamento da mercurio Brotto assolta in appello

La vicenda della laguna di marano e grado 
A.v.

«Non luogo a procedere per non aver commesso il fatto». Così la Corte d’Appello di Roma , presieduta da Galileo D’Agostino, ha assolto Maria Teresa Brotto, ingegnere già direttore del Consorzio Venezia Nuova e presidente di Thetis, dalle accuse per la vicenda del disinquinamento della laguna di Marano e Grado. Una sentenza che mette la parola fine a una vicenda giudiziaria che durava da quasi 15 anni. Le accuse formulate dalla Procura di Udine erano piuttosto pesanti. Truffa e falso, per aver creato una situazione di emergenza da inquinamento a cui poi si sarebbe posto rimedio con lavori per milioni di euro gestiti in regime commissariale. Insieme alla Brotto erano accusati anche i fratelli calabresi Silvestro e Raffaele Greco e la dirigente dell’Arpa del Marta Piazzotta. Nel gennaio del 2018 il Giudice per le Udienze preliminari del Tribunale di Roma aveva archiviato le accuse più pesanti. Adesso la Corte di Appello ha cancellato anche quelle residue per tutti. Cadute le ipotesi di accusa per aver creato un insussistente stato di emergenza ambientale derivante dall’inquinamento da mercurio scoperto nelle laguna. L’inquinamento si è scoperto esserci davvero. E in ogni caso, scrivono i giudici, la Brotto era estranea a ogni responsabilità. In quegli anni il direttore del Consorzio Venezia Nuova, incaricato di attuare gli interventi, era ancora Giovanni Mazzacurati. E il suo incarico alla Thetis era arrivato solo qualche anno dopo. —



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