Indagine su Sissy: il Dap sente 50 persone

Venezia, in Procura l’esito dell’inchiesta del Dipartimento ministeriale. Nuova manifestazione del sindacato Spp: «Vogliamo la verità»

VENEZIA. Una quarantina di agenti della polizia penitenziaria in servizio a Venezia più una decina di civili che operano all’interno del carcere femminile della Giudecca: il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) ha sentito cinquanta persone nell’ambito della doppia indagine interna avviata nei mesi scorsi per fare luce sul giallo del proiettile che, il 1° novembre 2016, aveva colpito l’agente di polizia penitenziaria Sissy Trovato Mazza, e soprattutto, come aveva chiarito il sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi riferendo alla Camera, «per verificare e approfondire la natura delle segnalazioni e delle denunce che Sissy aveva ripetutamente presentato».

Ovvero di droga e sesso all’interno del carcere. La ragazza era finita in coma, morendo lo scorso gennaio, 26 mesi dopo. Ora i risultati di entrambe le indagini interne sono state depositate in Procura, sulla scrivania della pubblico ministero Elisabetta Spigarelli, titolare del fascicolo senza indagati per istigazione al suicidio. Fascicolo che è ancora aperto e nel quale sono confluiti gli esiti dei vari ulteriori accertamenti disposti dalla gip Barbara Lancieri. I primi riscontri non avevano evidenziato elementi di novità.

Nelle prossime settimane il magistrato valuterà nel complesso tutto il materiale a disposizione. Già una prima volta, lo scorso autunno, c’era stata una richiesta di archiviazione, a cui la famiglia si era opposta, trovando l’assenso (parziale) della gip.

Intanto ieri a Roma il Sindacato Polizia Penitenziaria ha promosso un sit-in di fronte alla sede del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per chiedere ancora una volta che si faccia luce sul caso dell’agente in servizio alla Giudecca. I manifestanti - presente anche il padre dell’agente, Salvatore Trovato Mazza - si sono incatenati davanti al palazzo, venendo poi ricevuti dal responsabile del personale del Dap. «Abbiamo riscontrato un chiaro interesse da parte del Dipartimento al caso di Sissy», spiega il segretario generale del sindacato Aldo Di Giacomo. Oltre alla doppia inchiesta interna, ci sono i contatti tenuti tra lo stesso Dipartimento e la famiglia Trovato Mazza.

«Ci sono molte zone d’ombra su questo caso», chiarisce Di Giacomo, «Non andiamo in cerca dell’assassino, ma della verità e per questo staremo vigili». Al vaglio l’ipotesi di promuovere una manifestazione davanti al tribunale di Venezia per l’11 settembre. —
 

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