Inchiesta sull'Ater, cinquanta case assegnate con le tangenti

Perquisizione anche nell’abitazione dell’ex direttore Marcon. Graduatorie truccate per gli alloggi a canone calmierato
Interpress/Mazzega Pellicani Venezia, 22.07.2014- Sede ATER Venezia .-
Interpress/Mazzega Pellicani Venezia, 22.07.2014- Sede ATER Venezia .-

VENEZIA. La Guardia di finanza di Venezia non ha perquisito soltanto l’abitazione mestrina e l’ufficio ai Tre Ponti del ragioniere dell’Ater Giampaolo Zane: le Fiamme gialle hanno visitato anche la casa dell’ex direttore dell’Azienda territoriale edilizia residenziale Aldo Luciano Marcon, che abita a Padova e che era già finito agli arresti domiciliari per un’inchiesta della Procura della città del Santo. I militari, su mandato del pubblico ministero Roberto Terzo, hanno cercato anche da lui carte e documenti che possano aiutarlo a ricostruire se e chi degli inquilini che hanno ottenuto la casa a canone calmierato (quello che viene indicato come mercato semi libero) abbiano pagato per ottenere l’alloggio. Zane è finito sotto inchiesta con l’accusa di concorso in corruzione, falso e truffa: il sospetto è che abbia fatto in modo di alterare le graduatorie di cui si occupava, facendo avere l’alloggio dell’Ater a chi non aveva i requisiti per ottenerlo in cambio di denaro o di altro. Nel decreto di perquisizione sono indicati i nomi di soli nove inquilini, ma sarebbero una cinquantina coloro che sono sospettati di aver consegnato una tangente.

Al centro dell’attenzione sono finite due graduatorie stilate da Zane, che all’Ater si occupava di affidare gli alloggi a canone calmierato, per un totale di un centinaio di appartamenti, buona parte dei quali situati nel centro storico di Venezia, ma anche a Spinea, Dolo e Mirano. I fatti sarebbero accaduti tra l’ottobre del 2008 e il 2013, un periodo in cui Marcon è stato a lungo al vertice dell’azienda veneziana. Agli arresti domiciliari, nell’inchiesta padovana, c’era finito proprio per vicende veneziane: c’erano le intercettazioni telefoniche con l'agente al quale aveva assegnato la polizza assicurativa per trattativa diretta dell'Ater di Venezia, che come "sconto cliente" gli aveva abbuonato il pagamento delle assicurazioni dei figli dal 2005 al 2008 (2 mila euro). Poi c’erano i lavori in casa a Padova (il condizionatore rotto, le tapparelle, la lavatrice che spande, il pozzo da espurgare) fatti eseguire e mai pagati ad un altro imprenditore interessato agli appalti dell’Ater lagunare. Corruzione e turbativa d’asta i reati che gli erano stati contestati nell’inchiesta che non ha ancora portato ad un processo.

Adesso i finanzieri hanno puntato la loro attenzione anche su coloro che sono sospettati di aver pagato la mazzetta per ottenere l’alloggio: per riuscire nel loro intento avrebbero anche dichiarato il falso per quanto riguarda il reddito nell’autocertificazione che era necessario firmare per entrare in graduatoria. Gli inquirenti vogliono capire se si siano limitati a denunciare un reddito inferiore a quello incassato nei documenti presentati all’Ater o abbiano anche evaso il fisco, cioè abbiano pagato meno imposte occultando una parte dei guadagni. Zane era già finito nei guai, ma davanti alla Procura della Corte dei conti, dove è difeso dall’avvocato Giuliano Marchi. In quel caso gli era stato contestato un danno erariale per aver concesso contratti di locazione a prezzi ribassati, ma lui si era difeso respingendo le accuse, sostenendo di aver applicato i canoni all’epoca vigenti e di essersi limitato ad eseguire le direttive dei suoi superiori, tra i quali anche per un periodo c’era pure Marcon. Aveva tra l’altro segnalato che i canoni più alti proposti dall’Ater erano stati bocciati dalla Regione.

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