Inceneritore di Fusina, linea attiva dal 2023 Dieci aziende pronte a costruire l’impianto

Una decina di gruppi industriali o raggruppamenti di imprese si è fatta avanti per costruire il nuovo inceneritore di Veritas (L2). A fine dicembre si sono chiusi i termini per la presentazione delle offerte della gara promossa da Ecoprogetto, del gruppo Veritas, per la fornitura chiavi in mano, della linea 2 di co-incenerimento di Fusina. Un investimento da 43,3 milioni di euro per attivare la linea dal luglio 2023 per produrre energia alimentata a Css, biomassa e fanghi essiccati con una potenza termica di 27,9 MWt e la capacità di trattamento di 70.000 tonnellate all’anno. L’energia elettrica prodotta sarà di 40.000 MWh con più di 8 mila ore di funzionamento l’anno.
Alle aziende che hanno deciso di partecipare alla gara era richiesto di presentare un progetto comprensivo di ingegneria di base e di dettaglio, project management, prove e collaudi in officina, forniture di attrezzature, trasporto in sito, montaggio di tutti i componenti, test, assistenza all’avviamento, collaudo e formazione del personale di Ecoprogetto, che poi dovrà farlo funzionare. Il progetto presentato da Veritas in Regione prevedeva l’attivazione di tre linee, ma una è stata respinta dalla Regione e Veritas l’ha stralciata. Al ministero dell’Ambiente, che aveva sollevato alcune perplessità sull’impianto, a inizio dicembre l’assessore regionale Giampaolo Bottacin aveva risposto con una lettera, accompagnata da una relazione del dirigente, il dottor Nicola Dall’Acqua, ribadendo che l’autorizzazione all’impianto data dopo la valutazione in commissione Via prevede lo stralcio della Linea 3 e lo stralcio dell’autorizzazione alla termo distruzione del concentrato derivante da percolato di discarica contenente Pfas. Decisione che per il dirigente regionale porta a ritenere «non motivata la preoccupazione circa il rischio sanitario derivante da possibili inquinamento da Pfas». Anche le prime due linee però sono autorizzate a bruciare fanghi da depurazione civile, anche se Veritas ha intenzione di dare la precedenza al Css, il combustibile solido derivato dai rifiuti. Ora che le domande per la realizzazione della seconda linea – ma presto dovrà essere anche ammodernata la prima – sono state presentate, la commissione, composta da tecnici di Veritas, dovrà valutarne l’ammissibilità, decidere l’eventuale richiesta di integrazioni, e poi scegliere la proposta progettuale migliore. Un percorso che prudenzialmente, al netto di ricorsi e contro-ricorsi alla giustizia amministrativa, dovrebbe concludersi entro metà anno.
L’inceneritore di Fusina è finito al centro delle polemiche anche perché inserito dalla Regione nelle richieste di contributo del Recovery Fund, per gli investimenti tecnologici. Un pacchetto da 70 milioni di euro, dentro il quale però sono conteggiati anche altri interventi. Nel frattempo a fine dicembre i comitati hanno depositato ricorso al Tar, chiedendo anche la sospensiva. L’udienza dovrebbe tenersi entro la fine del mese. —
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