Inaugurata la “casa dei papà” aiuto concreto ai padri separati

nuove esigenze
I padri separati oggi sono una delle nuove emergenze sociali della nostra società e a Mestre si cerca da ieri di offrire aiuto vero. Due appartamenti dell’Ipav – Istituzioni pubbliche di Assistenza veneziane – in via Costa a Mestre, sono stati ristrutturati e dati in concessione a padri in difficoltà dopo la separazione. Sempre più spesso sulle cronache si raccontano le storie di padri in grave difficoltà abvitativa e che talvolta ricorrono anche alle mense dei poveri. «Mancavano servizi per loro e oggi ne stiamo introducendo uno. Si tratta di due appartamenti di grande metratura, restaurati, che Ipav mette a disposizione in un progetto sociale per un’ospitalità temporanea di 6 mesi, rinnovabili di altri 6. In tal modo si viene in aiuto dei padri che, dopo la separazione, possono trovarsi in condizioni economiche precarie, che compromettono anche il rapporto con i figli e che invece è essenziale mantenere», dice l’assessore Simone Venturini. Gli appartamenti possono ospitare fino a quattro padri coi loro figli. Ma in questa fase si inizia con due: «Al momento preferiamo limitare a due padri l’offerta, quindi un appartamento a ciascuno». L’assegnazione è avvenuta in base all’accordo operativo sottoscritto a febbraio dal Comune di Venezia, dall’Ipav e dall’Associazione nazionale padri separati che ha dato vita così al progetto “Casa con papà”, per aiutare il padre separato a superare la fase “critica” post-separazione e prevenire così il rischio di isolamento e di impoverimento. L’intesa riguarda cittadini residenti nel territorio comunale che possono essere segnalati anche dal personale dei Servizi sociali comunali e che sono chiamati solamente a compartecipare alle spese vive durante il periodo di accoglienza presso uno degli appartamenti. Le abitazioni sono arredate e composte ciascuna da due camere, due servizi igienici, un salotto e una cucina. La Ipav con il presidente Luigi Polesel e la vice Laura Besio ha subito scelto di collaborare, dando in comodato d’uso gratuito per tre anni, rinnovabili, i due appartamenti di Altobello. «Il nostro statuto prevede di dare aiuto al più fragile, al più debole», dice la Besio. —
Mitia Chiarin
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