Inala il gas velenoso e muore asfissiato nella vasca del mais

MOGLIANO
È morto asfissiato dentro alla vasca di stivaggio del mais, mentre stava distribuendo un gas chimico per la derattizzazione dell’ambiente. Michele Ferrazzo, cinquantatreenne operatore della Triveneta Disinfestazioni srl di Marcon, è la quattordicesima vittima di un incidente sul lavoro nella provincia di Treviso dall’inizio del 2018. A meno di tre settimane dal caso della 3B di Salgareda, avvenuto il 27 agosto scorso, si aggiunge un altro nome alla macabra contabilità delle morti bianche nella Marca. Dopo Shpejtim Gashi, operaio di 44 anni di origini kosovare, schiacciato da una pressa, ieri mattina ad essere fatali sono state le inalazioni di sostanze tossiche durante un trattamento di derattizzazione.
Il fatto è avvenuto all’interno della ditta Euro Cinque srl (gruppo Trevimais) nella frazione di Campocroce. Al civico 82/a di via Zero Branco l’allarme scatta in tarda mattinata, poco prima di mezzogiorno: intervengono sul posto i vigili del fuoco del nucleo Saf (Speleo Alpino Fluviale), i tecnici dello Spisal, i carabinieri della stazione di Mogliano e l’elisoccorso del Suem. Per Ferrazzo non c’è niente da fare. Ogni terapia sul posto è inutile. I gas sprigionati dal materiale usato per la disinfestazione lo hanno avvelenato: sarà l’autopsia a stabilire con certezza le cause e l’ora del decesso e, come ha detto lo Spisal, se «l’agente mortale», cioè la sostanza inalata, fosse già presente all’interno della vasca, o se si tratti soltanto del gas utilizzato nelle operazioni. «È un infortunio mortale per causa chimica» spiega Lucio Ros, dirigente dello Spisal «dobbiamo determinare meglio come è avvenuto l’evento e in particolare se si sia trattato di asfissia o di intossicazione. La vittima stava facendo un lavoro di derattizzazione in una parte dello stabilimento sotto al piano campagna, una specie di fossa aperta al cielo. Non indossava alcuna maschera». Il resto della dinamica è materia d’indagine, compreso l’obbligo o meno di utilizzare la maschera in quel preciso luogo. La ditta Euro cinque (gruppo Trevimais) opera nel settore dei cereali e ospita nella sua sede di Campocroce alcuni silos per lo stoccaggio delle granaglie. Il punto dove è avvenuto l’incidente mortale si trova però in un’altra sezione dell’impianto, dove si trova una “vasca di stivaggio”. A dare l’allarme sono stati proprio i dipendenti della ditta moglianese insospettiti dalla prolungata assenza del tecnico ospite. Trattamenti per la derattizzazione vengono effettuati, alla Euro Cinque, almeno una volta al mese, sia con le esche che con i gas, ma Ferrazzo si trovava lì ieri per la prima volta. Non era uno dei soliti addetti che dall’azienda specializzata Triveneta Disinfestazioni, con sede a Marcon, veniva inviato all’impianto di Campocroce. Dopo un’ora e mezza dall’inizio del lavoro, a metà mattina, non si era ancora presentato nell’ufficio per firmare il rapporto di congedo.
«Di solito il trattamento dura un’ora» spiegano all’Euro Cinque. Così il personale, impensierito dalla prolungata assenza, è andato a cercarlo e l’ha trovato ormai esanime nella vasca di stoccaggio nello stesso punto in cui aveva iniziato.
«Siamo sconvolti» commentano il titolare dell’Euro Cinque Giuliano Fausti e il figlio Daniele, «è una situazione impensabile e molto difficile da affrontare, una tragica fatalità. Non possiamo che esprimere il nostro più sincero cordoglio ai famigliari e confidare che gli inquirenti svolgano il loro lavoro». Forse un errore nella miscelazione, forse una sottovalutazione del rischio, condizioni climatiche e ambientali avverse: le ipotesi si rincorrono. Ieri mattina erano presenti a Mogliano anche alcuni colleghi di Ferrazzo, che si sono chiesti a più riprese cosa possa aver determinato una tragedia del genere: «Si poteva evitare?», «Si può morire così nel 2018?» ripetevano gli addetti lasciando lo stabilimento. La risposta del sindaco di Mogliano Carola Arena è no: «Morire sul posto di lavoro è davvero inaccettabile» commenta «Questa disgrazia ci ha colpiti ed esprimiamo comunque le più sentite condoglianze alla famiglia della vittima». —
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