In solitaria per chiedere scusa alle balene

Vittorio Fabris a 78 anni salperà domenica da Jesolo per arrivare in Giappone a difesa del mare

JESOLO. Sulla rotta delle balene, per chiedere scusa dello scempio fatto dei cetacei nei decenni. Il 77enne Vittorio Fabris ha un sogno che sta per realizzarsi l’8 aprile, quando salperà con la sua barca a vela di quasi 10 metri dalla darsena di Simone Crosera a Portegrandi.

Affronterà un giro del mondo di oltre 20 mila miglia, un anno e mezzo di viaggio. E sulla barca ha affisso uno striscione: “I’m going to apologize to the whale”. Vado a scusarmi con la balena.

E la balena, come nel celebre romanzo di Melville “Moby Dick”, diventa simbolo di tutti i flagelli dell’uomo sulla natura, poi le guerre, le carestie, l’inquinamento. Ma la sua non è solo una battaglia ecologista e assurge piuttosto un viaggio avventuroso nel cuore del mondo.

Vittorio, per anni a Milano, dove ha lavorato alla libreria Feltrinelli, poi al mercato ittico meneghino, ora tornato nel suo Veneto a Cortellazzo, dove abita, ha deciso: salpa l’8 aprile assieme ad Antonio Sanson e Matteo Sacher, che lo accompagneranno fino allo stretto di Gibilterra per filmare un video, poi lo lasceranno prendere il largo nell’Atlantico.

La prima tappa sarà Nantucket, l’isola dei balenieri per antonomasia, nello Stato del Massachusetts. «Entro fine aprile», dice Vittorio che con molta delicatezza sta ancora cercando uno sponsor che lo aiuti soprattutto per le spese di comunicazioni con i satellitari (cell. 3397117468), «devo essere a Nantucket per salpare nuovamente il 12 agosto, la data evocativa perché salpò quel giorno, nel 1819, la baleniera Essex che ispirò Melville per Moby Dick. Solo in quel periodo si apre una porta per poter navigare in sicurezza».

«Proseguirò per la rotta dei balenieri, tra le Canarie e Capo Verde», spiega Vittorio, «poi lungo le coste del Sud America, l’isola di Sant’Elena fino al Capo di Buona Speranza. E poi ancora verso le Filippine e l’Oceano Indiano, Taiwan, Giappone fino all’Equatore nel punto in cui, 7 gradi nord di latitudine e 160 gradi di longitudine ovest, arriverò nel punto in cui naufragò la baleniera Essex per gettare una corona in ricordo dei balenieri caduti».

Sarà un anno e mezzo di attraversata tra gli oceani in perfetta solitudine, Vittorio e il mare. Ieri ha ricevuto anche il saluto del sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia. Il Tropicarium Park di Jesolo si sta accordando per un contributo al sostegno della spedzione ambientale e animalista, mentre l’artista Carlo Pecorelli donerà una scultura che ricorda le balene da consegnare al museo di Nantucket negli Usa. “Lo faccio perché voglio rivivere quelle rotte incredibili”, conclude Vittorio, “denunciando però il male che l’uomo ha fatto alla natura, alle balene e all’ambiente». (g. ca.)
 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia