In piazza Ferretto chiude anche il negozio Furla

Furla chiude. Ennesima vetrina vuota in piazza Ferretto. Da ieri il noto negozio che vende borse che aveva casa nel salotto mestrino ha levato le tende. Se ne è andato come molte altre boutique della piazza.
In tanti passano, guardano le vetrine sbaraccate, si domandano se abbia solo cambiato sede, se tornerà, se si sposterà da qualche altra parte. E si vocifera già su chi prenderà il suo posto. Sta di fatto che il marchio si trovava in centro da molti anni oramai. Si spengono, dunque, altre luci in quello che dovrebbe essere il cuore del commercio cittadino e che invece sembra non sia più così appetibile. Basta guardare la vicina Galleria Barcella nuova di zecca e luccicante, di otto negozi solo uno è affittato, la una fioreria. E così in piazza, un'altra attività emigra. È accaduto con Pavan calzature, con bar, gelaterie, con la Mandarina Duck, con diversi altri marchi. Le problematiche - fa capire - Tiziano Scandagliato di Confesercenti, sono sempre le medesime: affitti troppo alti rispetto al guadagno, l'attrazione che non c'è più. «Oramai», spiega, «Mestre ha perso il suo appeal, è stata sorpassata da altre città, una volta si veniva qui dall'hinterland per passeggiare, adesso si va in altri centri a fare un giro, ma non si viene a Mestre, il baricentro si è spostato e la città non è più punto di riferimento, ora serve una riflessione».
Scandagliato lo dice con amarezza, perché Confesercenti su Mestre ha sempre puntato e continua a crederci. «Manca la ricettività, si è entrati in una spirale negativa dalla quale è difficile uscire. Vuoi per la politica dei parcheggi, vuoi per le Zone a traffico limitato, se per anni limiti l'accesso, nell'immaginario comune rimane un centro off limits. Se poi si viene a perdere anche la passeggiata e le vetrine si spengono, perché una multinazionale dovrebbe venire ad investire qui?». (m.a.)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia