In parrocchia cresce il malcontento
I ragazzi se ne vanno dopo il trasferimento di don Gianni

Don Gianni Antoniazzi parroco alla Cipressina
CIPRESSINA.
Malcontento e voglia di protestare, per dire alla città che la comunità della Cipressina non vuole che il parroco don Gianni Antoniazzi venga trasferito. Anche ieri silenziosa è continuata la protesta dei ragazzi dei gruppi giovani e degli scout che non hanno partecipato alla messa delle 10 celebrata dal parroco. Sabato sera la protesta era stata rumorosa ed evidente quando don Walter Perini, inviato dal Patriarca, aveva letto durante la messa delle 18 una lettera con la quale si comunicava la decisione di Angelo Scola di trasferire il parroco alla parrocchia di Carpenedo. Allora una simboliuca catena umana aveva comunicato all'inviato del Patriarca il pensiero della comunità della Cipressina. E se non fosse bastato questo ci sono stati anche numerosi interventi dei fedeli che chiedevano spiegazioni sulla decisione arrivata come un lampo a ciel sereno. Ieri mattina era in programma un'altra manifestazione di dissenso soprattutto da parte dei ragazzi. Ma don Gianni la sera prima ha convinto i suoi ragazzi che sarebbe stata inopportuna. Ieri durante la messa, nell'omelia, ha ricordato come anche il «distacco» fa parte del cammino di fede e questo in riferimento al momento che sta «vivendo la nostra comunità». Per capire il valore di don Gianni, arrivato nel 2004 alla Cipressina, bisogna andare indietro di 30 anni: La Cipressina per decenni ha fatto i conti con la digregazione di un quartiere che non aveva un'anima e vedeva tanti suoi ragazzi morire di droga. Per tanto tempo è mancato un catalizzatore soprattutto per i ragazzi prima e gli immigrati poi che venivano consegnati al nulla. Per tanto tempo non si sono sentiti comunità. Poi è arrivato don Gianni. Un prete che sa rimboccarsi le maniche ma anche sa parlare ad anziani e giovani con lo stesso successo. Ecco che nascono i centri estivi, si trovano le aule per il catechismo e per l'attività degli scout. Coinvolge anche chi non crede spiegando quanto universale sia la parola di Cristo. Arriva il doposcuola per gli immigrati e i figli degli stessi perchè la «scuola non deve perdere nessuno per strada». Don Gianni doveva rimanere qui altri tre anni per finire un lavoro iniziato 7 anni fa. Lo aveva promesso anche il Patriarca Scola durante una cena in parrocchia. Poi le cose sono cambiate. (c.m.)
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