«In ospedale serve un mediatore culturale»

«L’Ospedale deve dotarsi di un interprete dedicato ai bengalesi, oggi lo chiederò ufficialmente al Comune». Kamrul Syed, portavoce della comunità bengalese di Mestre e presidente della Venice Bangla School, ieri mattina si è recato in via Paolucci, per parlare con la famiglia della piccola Sara, portare la sua solidarietà, partecipare al dolore dei genitori e cercare, se possibile, di rendersi utile. Kamrul lancia un appello all’amministrazione così come all’Usl 3: «Nel nostro Comune ci sono tantissimi bengalesi e di conseguenza moltissimi si recano all’Ospedale, parlo soprattutto dell’Angelo. Sia uomini che donne e bambini. Molti di loro non parlano l’italiano correttamente, neanche l’inglese, e faticano a farsi capire, per questo sarebbe necessario che soprattutto in Ospedale ci fosse un interprete che parla la lingua bengalese e che può essere indispensabile, specialmente in alcune situazioni più gravi e delicate». Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente di Marghera, Gianfranco Bettin: «La figura del mediatore culturale è necessaria a scuola, in quartiere, in luoghi come l’ospedale e il Pronto soccorso, che le persone frequentano per forza. Ci vorrebbe un forte investimento istituzionale in questo senso, penso che semplificherebbe molte procedure e alla lunga farebbe anche risparmiare la collettività, perché parecchie questioni si possono appianare dando indicazioni comprensibili, problemi che poi diventano costosi e umanamente più pesanti». Ripete: «In questo momento servirebbero molti più mediatori culturali». Oggi, venerdì, in tutte le moschee della terraferma si pregherà per la piccola Sara.(m.a.)
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