In novembre l’addio alla vita di Lucio Magri a 79 anni

DOLO. In novembre fece molto discutere la decisione di Lucio Magri di togliersi la vita andando in Svizzera, dove il suicidio assistito è legale, con il suo amico medico. Il fondatore del Manifesto è morto a 79 anni in clinica a Bellinzona il 28 novembre 2011. Era un progetto meditato a lungo, una scelta lucida, serena anche se drammatica. Da tre anni non c’era più la sua amata moglie Mara, vinta in una lunga agonia da un tumore. Per Magri una depressione vera, nata da un miscuglio di dolori pubblici e privati, lui da sempre in prima linea nella vita politica, anni di scelte coraggiose (fino a dire no all’invasione della Cecoslovacchia nel ’68). Vivere gli era diventato intollerabile, confidava agli amici. Quindi il viaggio oltre confine, e una lettera agli amici per spiegare la sua decisione. Il silenzio. Poi il ritorno a Recanati, la città dove era nato nel 1932, la città di Leopardi. In novembre del gesto di Magri si è parlato molto: con rispetto, con dolore, ma anche tra molte polemiche.
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