In fila al Caf per licenziarsi ma “obbligati” a lavorare

MESTRE. Ore 11 di ieri, via Ca’ Marcello. Un lavoratore si presenta allo sportello Caf (Centro di assistenza fiscale) della Cisl: «Buongiorno, vorrei licenziarmi». L’operatore: «Impossibile, il sistema informatico è in tilt». Il lavoratore perplesso: «Quindi che faccio?». L’operatore: «Niente, le tocca restare al lavoro».
Dialoghi da teatro dell’assurdo, anche per sdrammatizzare la situazione, ieri mattina negli uffici Caf della Cisl tra parimenti incolpevoli lavoratori - se ne sono presentati circa venticinque - e operatori del Centro di assistenza. Succede che dal 12 marzo, entrato in vigore con il Job Act per evitare la disgraziata prassi delle dimissioni firmate in bianco al momento dell’assunzione - usata soprattutto per licenziare le donne incinte - ci si può dimettere esclusivamente online. Lo si può fare direttamente da casa, una volta ottenuto il codice d’accesso, o rivolgendosi ai centri di assistenza fiscale, come fanno la maggior parte dei lavoratori. Sembra strano a dirsi ma da quando è entrato in vigore l’obbligo di dimissioni online sono, quotidianamente, tra le 25 e le 30 le persone, le persone che si rivolgono al solo sportello della Uil. Ieri ad esempio c’era una badante che doveva licenziarsi da un incarico a tempo determinato per assumerne uno a tempo determinato. E c’era una ragazza, trentenne, che doveva licenziarsi da una impiego a tempo indeterminato per iniziare un nuovo lavoro a tempo determinato ma più gratificante. Con il rischio però che non riesca a mollare il primo per iniziare il secondo. Proprio a causa dell’impossibilità di accedere al sito del ministero del Lavoro e compilare i campi necessari. Essendo inquadrata con un contratto della categoria commercio, aveva tempo fino a ieri per presentare le dimissioni così da far scattare il periodo di preavviso da oggi. Presentando le dimissioni oggi, nella seconda metà del mese, il periodo di preavviso scatterà dal primo di maggio. E quindi?
«E quindi l’unica cosa che si poteva fare era presentare le dimissioni in forma cartacea e così abbiamo fatto», racconta la ragazza, «sperando che per il datore di lavoro non cambi nulla». Stessa strada scelta anche da alcuni degli altri dipendenti che ieri mattina hanno chiesto aiuto all’ufficio Caf per presentare le dimissioni. Scritte su un foglio di carta, anziché sulle maschere della piattaforma. Sperando che questa alternativa obbligata non li costringa a restare al lavoro più del dovuto. Difficoltà d’accesso al sito del ministero del Lavoro si sono registrate in questi giorni - spiegano i tecnici informatici della Cisl di Mestre - in varie città d’Italia.
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