In duemila per l'addio a Emanuele e Massimo

Tante le lacrime di parenti e amici che hanno ricordato le giovani vittime dell'incidente stradale
 
GRUARO.
Il paese si è fermato per dare l'ultimo saluto, l'ultimo abbraccio a Massimo Fagotto, 26 anni studente universitario della facoltà di ingegneria d Emanuele Daneluzzi, 24 anni anche lui universitario in economia, deceduti a causa di un grave incidente motociclistico a Bibione. Quasi duemila persone, e ieri pomeriggio in una chiesa troppo piccola per accogliere il dolore di tanta gente, a salutarli c'era tutto il mondo in cui erano cresciuti, e dove avevano lasciato il segno della loro presenza, i compagni di studi di Udine e Trieste, ma soprattutto i loro amici di Giai, che hanno posto davanti alle due bare, affiancate e coperte da due cuscini di rose bianche di fronte ad un quadro dell'Ultima Cena, un grande bouquet di rose e gigli che li abbracciava tutti e due. Le due gigantografie come ulteriore testimonianza del loro affetto, trasferite poi in cimitero e poste davanti ai due loculi dove Massimo ed Emanuele riposeranno, uno accanto all'altro. Lacrime e fiori per un addio, tante rose bianche, girasoli, gigli gialli e rosa, una nuvola di fiori che facevano da cornice alle due bare, al cui interno c'erano altri due fiori recisi troppo presto. «Ma quello che ci consola, ha sussurrato una ragazza tra le lacrime, è che loro saranno insieme su quei prati celesti dove tutto è musica, dove potranno correre senza paura, scalare le montagne che tanto piacevano ad Emanuele». A spezzare i cuori dei presenti, sono state le parole del fratello di Emanuele, Andrea che in chiusura di cerimonia, ha voluto ricordare con la voce rotta dai singhiozzi, il fratello morto, che era lì a mezzo metro da lui. «Sei il sangue del mio sangue, carne della mia carne, un fratello che tutti vorrebbero avere, sei parte di me ed un giorno verrò anch'io a trovarvi a te e Massimo, ciao Emma ciao Manu». I diminutivi di Emanuele. E questo suo intervento è stato sottolineato da tante lacrime e da applausi di solidale cordoglio. Una cerimonia funebre che ha coinvolto emotivamente anche il parroco don Lino Pigatto: «Vorremmo capire Signore il perché di questa disgrazia ma non possiamo far altro che rimanere muti anche se vien voglia di dire Signore non è giusto». Ed anche la voce di un prete, abituato a non tradire emozioni ha tremato e molto, quando ha ricordato i due ragazzi e porto le condoglianze al papà Danilo Fagotto, alla mamma Loredana ed alla sorella Marika ed a papà Raffaele Daneluzzi, alla mamma Danila ed al fratello Andrea. La cerimonia è stata officiata da ben sette sacerdoti: don Sisto Bortolussi, ex parroco di Giai, don Carlo Conforto parroco di Cinto e di Gruaro, don Umberto Fabris ex abate di Summaga, Monsignor Remigio Clozza della Curia Vescovile ed il fratello don Antonio, prozii di Emanuele Daneluzzi, don Pietro Sut parroco di Bagnara. Presenti in forma ufficiale con la fascia tricolore, il sindaco di San Michele Pasqualino Codognotto e quello di Gruaro Giacomo Gasparotto. Dopo le lettere di partecipazione inviate dalla Regione Veneto, dalla Presidente della Provincia, il parroco ha letto quella del Vescovo Giuseppe Pellegrini. Dopo la benedizione delle salme, le due bare, portate a spalla dagli amici fino al carro funebre, hanno iniziato il loro viaggio verso il cimitero dove Emanuele e Massimo riposeranno uno accanto all'altro.

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