In arrivo altri 205 profughi potranno fare i volontari

Si aggiungono ai 652 transitati nelle strutture della nostra provincia da giugno Circolare ministeriale introduce la novità: lavori socialmente utili nei Comuni
Di Simone Bianchi

Il prefetto di Venezia Domenico Cuttaia ha preannunciato ieri l'arrivo in Veneto di altri 913 migranti, nel corso della riunione del Tavolo di coordinamento regionale per i flussi migratori non programmati. Sono 205 i migranti in arrivo a Venezia, che si aggiungono ai 652 già arrivati nei mesi scorsi. Lo stesso numero è previsto a Treviso mentre 210 arrivano a Padova, 130 a Verona, 123 a Vicenza e 17 a Belluno. Questa la ripartizione comunicata ieri al Tavolo in Prefettura dove è stato fatto anche il punto sulle presenze di migranti ospitati già nelle strutture temporanee (dati aggiornati a ieri). Sono 260 i migranti presenti nelle strutture veneziane; 224 a Treviso, 343 a Verona, 376 a Vicenza, 168 a Belluno e 218 nella provincia di Padova. Rovigo, infine, ne ospita 164.

Ai sindaci è stata anticipata una circolare del prefetto con la quale sarà resa nota la possibilità di stipulare protocolli d'intesa tra prefetture ed enti locali per lo svolgimento da parte dei migranti di attività di utilità sociale, rese gratuitamente e su base volontaria. Insomma la novità che si aggiunge alla notizia dell’arrivo di quasi mille nuovi migranti nel territorio veneto è quello della possibilità di impiegare queste persone, che potrebbero anche richiedere asilo in Italia per motivi umanitari (ma questo si vedrà più avanti) siano utilizzati dagli enti locali in progetti di lavori socialmente utili, gratuiti e volontari.

La possibilità però deve partire dai sindaci a cui il prefetto Cuttaia ricorderà le linee guida per lo svolgimento di volontariato da parte dei migranti, previsto da una circolare della fine di novembre del Ministero dell’Interno-Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione.

Gli enti locali, anche in consorzio, possono sottoscrivere protocolli d’intesa per utilizzare come volontari i migranti, evitando così la condizione di passività nelle strutture di accoglienza. Le attività possono interessare solo i richiedenti asili e coloro che sono in attesa di definire il ricorso in caso abbiano impugnato il parere negativo della commissione territoriale che valuta le richieste. Le attività di volontariato devono essere su brase volontaria e gratuita, finalizzate ad uno scopo sociale e non lucrativa e i partecipanti devono aderire ad una associazione o organizzazione di volontariato. Va prevista, poi, una adeguata copertura assicurativa non a carico però del Ministero dell’Interno e va assicurata una formazione adeguata. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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