«Impalcatura abusiva» Il Comune contro l’occupazione della via

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lido. L’impalcatura che occupa metà carreggiata in via dell’Ospizio Marino, a due passi dall’ex Ospedale al Mare, è «abusiva». A metterlo nero su bianco è un documento ufficiale, con l’intestazione degli uffici del Comune di Venezia, che risponde a una segnalazione di alcuni cittadini lidensi interessati a capire «la durata dell’occupazione della sede stradale e se tale occupazione è compensata».

Da almeno quattro anni, quell’impalcatura occupa metà carreggiata in via dell’Ospizio Marino. Provocando inevitabili rallentamenti al traffico, dal momento che - pur se ben delimitata - per evitarla è imposto il senso unico alternato sia per le automobili sia per gli autobus Actv. I tubi metallici tengono in piedi l’ex lavanderia dell’ospedale lidense. L’edificio, pericolante, è ormai abbandonato da diversi anni. Già di proprietà dell’Usl 3 Serenissima - al pari di numerose altre strutture nell’area, interessate dal progetto di recupero da 132 milioni di euro e 9 milioni di opere di urbanizzazione, che prevede la realizzazione del doppio resort di lusso gestito da Club Mediterranée e Th Resorts - a fine 2013 l’edificio è passato in mano dal Comune a Cassa Depositi e Prestiti. Nel 2015, un crollo di una sezione del muro dell’edificio aveva reso necessario l’intervento di puntellamento che garantisse l’incolumità dei cittadini ed evitasse il crollo dell’intera struttura vincolata.

Come conseguenza, era stato necessario occupare un’intera corsia di via dell’Ospizio Marino. Nel corso del tempo, tuttavia, la mancata autorizzazione da parte della Soprintendenza all’abbattimento dell’ex lavanderia dell’Ospedale al Mare ha portato, di fatto, a cristallizzare la situazione. Ad oggi, infatti, nulla si sa circa il destino sia dell’edificio sia di quell’impalcatura che occupa metà carreggiata. Se non che, come certificato dagli uffici di Ca’ Farsetti, non esiste «alcuna concessione per l’occupazione di suolo pubblico che ne legittimi la presenza». Per tanto, si legge ancora nel documento in risposta alla segnalazione dei cittadini lidensi, l’occupazione «deve intendersi come abusiva e può essere rimossa con un procedimento di natura coattiva in capo alle direzioni comunali che ne hanno titolo». Sul punto, Cassa Depositi e Prestiti (proprietaria dell’edificio) fa sapere che dal Comune, nel corso di questi anni, non è arrivata nessuna sanzione né tanto meno l’indicazione che quell’impalcatura dovesse essere rimossa.

Ma la struttura, di recente, aveva suscitato l’interesse anche di alcuni consiglieri comunali. Pochi mesi fa, infatti la Lista Civica Casson ha presentato a Ca’ Farsetti un’interrogazione in cui si chiede agli assessori alla viabilità e all’edilizia privata «quali autorizzazioni e con quali oneri sia stato concesso alla proprietà privata di precludere la normale viabilità in una così importante arteria del Lido di Venezia che causa grave danno alla viabilità».

A settembre, l’assessore alla mobilità Boraso aveva risposto garantendo che gli uffici del Comune si sarebbero adoperati «per ottenere dalla proprietà le informazioni» sulla definitiva conclusione degli interventi di messa in sicurezza. Questo, nella risposta dell’assessore, per consentire «il ripristino del regolare scorrimento» del traffico di macchine.

Un ripristino ancora lontano, con gli automobilisti del Lido alle prese da quasi cinque anni con il senso unico a traffico alternato in via dell’Ospizio Marino. —

Eugenio Pendolini

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