“Ilaria Salis libera subito”: il Rivolta occupa il Consolato ungherese a Venezia

Una trentina di attivisti hanno protestato per la detenzione dell’italiana da un anno in cella in Ungheria «in condizioni disumane»

Maria Ducoli
Lo striscione del Centro sociale Rivolta per Ilaria Salis
Lo striscione del Centro sociale Rivolta per Ilaria Salis

“Ilaria Salis libera subito”. Uno striscione dalle grandi lettere gialle e rosse, tenuto da una trentina di giovani attivisti del Centro sociale Rivolta, nella mattinata di venerdì 9 febbraio poco dopo le 9.45 è stato esposto nel Consolato ungherese con sede a a piazzale Roma, a Venezia.
«L’11 febbraio sarà un anno dall’inizio della detenzione di Ilaria Salis», spiega Sebastiano Bergamaschi del Rivolta, «Siamo qui perché vogliamo la sua libertà, perché questo processo è una farsa che vuole solo punire l’anti fascismo, in uno Stato dove vengono non solo tollerate, ma promosse, le ronde antimigranti ai confini».
Mani strette allo striscione, come ai diritti che vogliono proteggere, con gli occhi luminosi dei loro 17, 18, 20 anni, gli attivisti ribadiscono che è una vergogna che l’Italia non intervenga «per non compromettere i rapporti con l’Ungheria, con cui il nostro Governo ha un’ottima intesa».

Una vergogna, ribadiscono, per le condizioni disumane in cui Salis è detenuta da un anno, senza la possibilità di parlare con la famiglia, senza la possibilità di lavarsi per giorni, in condizioni disastrose.
Una vergogna anche per l’Italia, «perché il governo Meloni non fa altro che approvare leggi che inaspriscono le pene» dicono, mentre a poche decine di chilometri di distanza, a Padova per l’inaugurazione dell’anno accademico, si trova il ministro alla Giustizia Carlo Nordio.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia